Attentato a Trump, la politica in difesa dei valori contro le armi

MANTOVA – Sconcerto, indignazione e solidarietà alle vittime dell’attentato a Donald Trump, ma soprattutto condanna unanime di una politica che incita alla violenza, è ciò che arriva dai politici mantovani. Parla di «un fatto molto grave e assolutamente da condannare» il presidente della Provincia Carlo Bottani, mentre il sindaco Mattia Palazzi commenta: «La violenza è nemica della democrazia. La condanna dell’attentato a Trump deve essere unanime e netta da parte di tutti».
Per l’assessore regionale Alessandro Beduschi «Vicinanza e sdegno per una politica che ormai è esasperata dalla ricerca del nemico e non del confronto democratico che dovrebbe essere la normalità. Normale è ora denigrare l’avversario fino a creare odiatori che spesso si nascondono onanistici dietro una tastiera e un monitor. Ma che a volte in soggetti particolarmente permeabili alla follia sfociano in gesti così. Si torni alla politica che si confronta sulle idee e non sull’odio».
Per il consigliere regionale Alessandra Cappellari (Lega) «da anni Trump è destinatario di parole d’odio accuse e offese indecenti che alimentano un clima di violenza insostenibile. Attacchi ingiustificabili anche e soprattutto in una campagna elettorale dove i massimi rappresentanti dovrebbero invece ergersi a esempio di rispetto. Si è raggiunto un clima inaccettabile. Auguri di pronta guarigione a Trump, Auspico che la sinistra italiana tanto democratica prenda le distanze da quanto accaduto mostrando vicinanza al candidato».
Posizione condivisa da Paola Bulbarelli (Fd’I): «Leggo il commento di una nota giornalista televisiva italiana che si dice dispiaciuta perché Trump ora è diventato una vittima. È probabile che un simile atteggiamento giri anche nello star system hollywoodiano e in altri luoghi di pensiero politicamente corretto. Sarebbe forse il caso nel mondo occidentale che una certa sinistra astiosa e intollerante la finisse di demonizzare gli avversari. Negli Usa peraltro sparare a presidenti e a politici di risalto è uno sport ricorrente. Si creino le condizioni perché l’odio non si trasformi in sangue anche altrove».
La senatrice Paola Mancini, presidente di Fd’I stigmatizza: «Immagini che non vorrei mai aver visto: sono fermamente convinta che il dibattito politico abbia come presupposto il rispetto dell’avversario e la messa al bando di qualsiasi violenza. A Trump e ai suoi sostenitori viva solidarietà; un pensiero di dolore ai feriti e per la vittima di un gesto atroce e insensato, morto per difendere la sua famiglia».
Per Andrea Dara deputato leghista «è chiaro che ciò che è capitato al comizio di Trump è di una gravità assoluta. Lo scontro politico può essere anche aspro ma mai atti cruenti e di violenza sono ammissibili. La differenza tra democrazia e altri regimi passa anche e soprattutto da qui. L’America è una grande democrazia e oggi è ferita, come ferita è la democrazia in tutto il mondo».
Anche il segretario socialista Michele Chiodarelli sviluppa la critica agli eccessi della politica: «La violenza è sempre aberrante e non rientra nel mio modo di pensare. Non ho competenze per analizzare la situazione americana anche se banalmente mi sembra evidente che la facilità di procurarsi le armi e il clima di tensione intorno a Trump che egli stesso ha contribuito a determinare follie come questa».
Critico l’ex deputato M5S Alberto Zolezzi : «Negli Usa son presenti 120 armi ogni 100 residenti, anche armi pesanti come quella che ha sparato a Trump. In Italia le armi sono in crescita: nel 2020 erano circa 14 ogni 100 abitanti. Come disse fra gli altri Napoleone, “quando ci sono tante armi in circolazione prima o poi sparano da sole”. Viviamo in un’epoca dove l’industria delle armi sta cercando di sdoganare la violenza e stiamo consentendo anche in Italia di mandare armi in Ucraina, rischiando escalation nucleari. Per cui condanniamo come M5S qualsiasi violenza dal privato cittadino agli Stati, che devono fare qualcosa per limitare la violenza a partire da forti limitazioni a vendita di armi ai privati. Solo così l’indignazione per la violenza sarà superiore all’ipocrisia».
Il capogruppo consiliare di opposizione Stefano Rossi (Mn ideale) parte av ovo: «“Ho un compito: battere Trump. Sono assolutamente certo di essere la persona più adatta per riuscirci. È il momento di mettere Trump nel mirino”. Così Joe Biden l’8 luglio 2024. La frase pronunciata dal presidente Usa, oggi risuona quanto mai inopportuna. I toni della campagna elettorale in America sono stati più che mai aspri, con accuse e offese reciproche, impensabili in Italia. Credo che questo attentato, unito alle ultime tragicomiche settimane di Biden, abbiano già il sapore di un trionfo per il candidato repubblicano».
Equidistante alla violenza Emanuele Bellintani dell’Anpi “Tolazzi”: «Assieme alle sparatorie di massa nelle scuole e all’assalto di Capitol Hill, l’attentato a Trump fa capire in quale pericolosa direzione va una società individualista in cui al supermercato si possono acquistare liberamente pistole e fucili».