MANTOVA Manca un anno al voto amministrativo del capoluogo, che parrebbe un tempo lungo, ma non lo è, al punto che il centrosinistra ha già avviato indagini demoscopiche sul gradimento del sindaco uscente Mattia Palazzi, mentre il centrodestra parrebbe impegnato nell’individuazione dell’alternativa. E al riguardo si fa sempre più concreta l’ipotesi di un ricorso alle primarie di coalizione, dopo che i Fratelli d’Italia in fase congressuale, contando sul proprio primato, hanno posto sul tavolo una sorta di diritto di prelazione per la leadership. Per individuare chi?
Al momento, da parte di Forza Italia, i contorni del candidato ideale tratteggiano solo senza connotati specifici la figura di un generico “moderato”. Insomma, il classico “democristianone” buono per tutte le campagne. Come dire: un passepartout ideologico che non spaventa l’elettorato medio, ossia quello prevalente nel capoluogo.
«Guardando allo storico delle elezioni per via Roma – commenta il coordinatore cittadino azzurro Pier Luigi Baschieri –, le ali estreme non hanno mai pagato né a destra né a sinistra. Comunque, stiamo affrontando a livello interno il problema, e quindi confrontarci con i partner. L’ideale sarebbe arrivare con più proposte e dare corso, come sostengo da tempo, a consultazioni primarie di coalizione. Una proposta peraltro che aveva trovato mesi fa anche il consenso dell’ex segretario cittadino della Lega Cristian Pasolini. E rimarco che sia Forza Italia che Fratelli d’Italia contemplano nei proprî statuti il ricorso alle primarie di coalizione».
Meno convinto dell’ipotesi primarie è il segretario cittadino dei tricolori Stefano Nuvolari. «Oggi il soggetto trainante del centrodestra è indubbiamente Fratelli d’Italia, e credo tocchi a noi esprimerci per primi. Dopodiché è vero anche che non ci saranno le code di persone disposte a candidarsi, e questo toglierà tutti dall’imbarazzo di ricorrere alle primarie», conclude il segretario.









































