Donne vittime di violenza: “Top Ten degli alert”

MANTOVA  L’8 marzo è da sempre la giornata in cui viene celebrata la donna ma è anche il giorno in cui si guarda alla donna come vittima di violenze, spesso da parte di compagni, mariti, fidanzati, all’interno di relazioni presuntamente d’amore che gli addetti ai lavori non hanno invece alcun dubbio nel definire tossiche. Sedute al tavolo della Sala degli Stemmi, presso Palazzo Soardo, si sono ritrovate insieme a Maria Rosa Palmigiano, psicologa e criminologa, l’assessora alle politiche giovanili, Alessandra Riccadonna, e il commissario capo della Questura di Mantova, Martina Colletti. L’evento è stato organizzato da Avis Mantova, con il patrocinio del comune.

La conferenza si apre con le parole dell’assessora Riccadonna che augura a tutte di avere sempre il coraggio “di seguire i propri valori e i propri sogni senza far finta che le relazioni pericolose non esistano, ma affrontandole facendoci sostenere anche dalle forze dell’ordine, sia a livello sanitario e che sociale”. “Voglio portarvi nel mio mondo per quello che vuole essere un viaggio di prevenzione” – continua Maria Rosa Palmigiano – e prosegue mostrando una carrellata di documenti attestanti relazioni pericolose al punto tale da essere finite in tragedia. Sara, 20 anni, Noemi, 16 anni, Giulia, 22: sono tutti storie di donne violate e infine uccise. “Troppo spesso chi mette fine alla vita delle proprie compagne è un uomo che diceva di amarle” spiega la criminologa. “La natura del pensiero accusante di questi uomini si fonda sempre su due elementi, controllo e possesso. Benchè l’articolo 535 del c.p. parli in generale di omicidio, quello perpetrato ai danni delle donne è un femminicidio ed è soprattutto un gesto premeditato, studiato prima nei minimi dettagli; solo l’1 per cento è di pertinenzapsichiatrica in fase delirante ”. Purtroppo tutto questo accade perché c’è ancora chi “confonde la violenza, sia essa di natura sessuale, psicologica, verbale, finanche economica, con la gelosia. Ma quello a cui veniamo spesso messi di fronte sono vere e proprie truffe affettive, relazioni tossiche, dove purtroppo la persona maltrattante non può essere chiaramente definita in quanto non possiede un tratto caratteristico che la distingua dagli altri”. Anzi, di frequente si ha a che fare con narcisisti overt che magari si nascondono dietro a quello che potrebbe essere scambiato come galanteria e fascino. Ecco allora che serve una sorta di vademecum per saper riconoscere uomini con i quali instaurare una relazione sana diventa davvero impossibile. “É una top ten, come la chiamo io, che deve servire per mettere in guardia tutte le donne – prosegue Maria Rosa Palmigiano. – Innanzitutto la gelosia, quando diventa controllo ossessivo, non è più una forma d’amore; il senso di colpa, qualora venga usato come arma di difesa; la manipolazione attraverso cui l’uomo cambia più volte le versioni della storia a suo beneficio; l’isolamento a cui vengono costrette le donne vittime di abusi e violenze.” E infine, quello che è più grave, l’uso delle debolezze della propria compagna per svilirla e umiliarla: non più il rapporto d’amore a supporto reciproco nell’affrontare le difficoltà del quotidiano, ma nuovamente un mezzo per oltraggiare vieppiù la donna che si dice di amare. “Quando ci sono queste strutture di personalità è meglio girare i tacchi ed andarsene. Qui il motto “ti cambio io” è assolutamente fallimentare. Succede che parte uno schiaffo e non si fa nulla, avviene lo spostamento del limite; la prossima volta accadrà di peggio”. “Si tende troppo spesso a giustificare  – conclude la psicanalista – ma sono i comportamenti quelli che contano, perché sarà veramente la nostra festa quando nessuna donna non morirà più”.