MANTOVA Chi doveva uscire allo scoperto l’ha già fatto: il centrodestra, principalmente rappresentato dal connubio Lega-Forza Italia, ha già manifestato interesse per l’auto-proposta di Stefano Rossi, imprenditore e fan salviniano, nonché compagno del consigliere regionale Alessandra Cappellari, ponendo come alternativa per le comunali 2020 il nome forte di Nicola Sodano, già sindaco nel quinquennio 2010 – 2015. Per la terza forza della coalizione, Fratelli d’Italia, le proposte sono scaturite in maniera irrituale, senza tavoli di confronto seri, ma tutto sommato a esse non viene data alcuna alternativa dall’ala destra.
Vada dunque per il tandem Rossi-Sodano, che persino sui social network viene ormai speso in termini di Rossi candidato sindaco nello scontro diretto con Mattia Palazzi in vena di bis, e Sodano suo potenziale vicesindaco. Il tutto, in ragione degli attuali rapporti di forza fra lumbard e azzurri, e nella concessione che le segreterie regionali, che sempre intervengono nelle decisioni sui candidati delle città capoluogo, ammettano anche a Mantova la scelta prioritaria sul candidato leghista.
Dunque, c’è da aspettarsi un passo indietro di Sodano rispetto all’alleato aspirante sindaco Rossi? Per gli addetti ai lavori, sicuramente sì, ma il gesto avrebbe tutto, fuorché la parvenza di una resa fuori dai calcoli. Quanto avvenuto nel 2010 e nel 2011, dovrebbe ripetersi con le medesime dinamiche: a Forza Italia toccò esprimere il candidato sindaco Nicola Sodano, mentre l’anno dopo toccò alla Lega il candidato presidente della Provincia, lanciando Giovanni Fava.
La sintesi, che renderebbe ragione alla forza del calcolo di Sodano, nel caso si riassume così: mentre al centrodestra risulterà estremamente arduo insidiare il primato del sindaco uscente Palazzi (dato per vincente in tutti i sondaggi sinora trapelati), al centrodestra risulterebbe facile conquistare il primato a Palazzo di Bagno, accaparrandosi la presidenza. E dato il nuovo ordinamento per le provinciali, Sodano, proiettato in consiglio comunale come “numero 2” di Rossi, diventerebbe il “numero 1” naturale per succedere a Beniamino Morselli, sempre in base alle ragionevoli proiezioni.