CASTEL D’ARIO Anche le tradizioni ultrasecolari come la Bigolada di Castel d’Ario sono costrette a fermarsi a causa del Coronavirus. Il direttivo della Pro loco, come riferito al nostro telefono dal presidente Paolo Soave e dal segretario Giuseppe Corradini, si ritroverà domani – (oggi per chi legge n.d.r. ) per una conferenza. Questo significa che la popolare festa di piazza non si farà. Da verificare sarà semmai se sussista la possibilità di recuperarla più avanti (i possibilisti della Pro loco starebbero pensando a un sabato o una domenica di fine marzo), ma tutto dipenderà ovviamente da come si evolverà il contagio. Morta e rinata più volte, la manifestazione simbolo della tradizione casteldariese e dalla “mantovanità” da esportare ha attraversato la storia degli ultimi due secoli e resistito alle dominazioni austriache e francesi e a due conflitti mondiali. Nulla sembrava scalfirla.
Ma poi un giorno ti ritrovi a fronteggiare un virus proveniente dalla Cina che nel giro di pochi giorni mette le radici in Italia (il Paese più infetto d’Europa), anche se nessuno poteva sospettare che i focolai sarebbero stati a Casalpusterlengo e Vo’ Euganeo, ovvero in quel lombardo-veneto inascoltato che in tempi non sospetti chiedeva per voce dei propri governatori l’isolamento preventivo per tutti, italiani, cinesi o di altre nazionalità in arrivo dalle zone infette. Un appello che aveva lanciato anche il virologo di fama mondiale Roberto Burioni , parimenti inesaudito. Il resto è storia di queste ore, con la Regione che ha disposto di concerto con il ministero della Salute un’ordinanza con disposizioni valide per tutto il territorio lombardo. E tra i provvedimenti contemplati vi è anche la sospensione di «manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico».
E la Bigolada, la festa di popolo dove ogni anno vengono distribuiti sulla pubblica piazza quintali di bigoli e sardelle, rientra a tutti gli effetti nelle maglie dell’ordinanza i cui contenuti puntuali saranno soggetti a modifiche al seguito dell’evolversi dello scenario epidemiologico. Un’altra illustre vittima della globalizzazione, rilevatasi peggio della tirannia austriaca e dell’intransigenza clericale.
Matteo Vincenzi