MANTOVA Arlecchino nella città che ha dato origine ad Arlecchino. Forse un tributo o più semplicemente un caso, resta però il fatto che l’arrivo in stazione ferroviaria dell’elettrotreno Arlecchino non può non essere considerato un evento. Costruito nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, il treno è stato restaurato tre anni fa e affidato a Fondazione Fs per l’utilizzo come treno storico. Ed è sotto questa veste, che il treno è arrivato ieri mattina proveniente da Milano riempito da 170 persone che hanno fatto la tratta andata e ritorno, mentre un altro nutrito gruppo ha approfittato della toccata e fuga per Cremona, prima del rientro a Milano.
Un’esperienza che sicuramente vale il viaggio, dove si apprezza l’accuratezza di un restauro durato quasi due anni e che ha ridato luce ad un treno che ha fatto la storia delle ferrovie italiane. Splendidi gli esterni, intriganti gli esterni con le sgargianti combinazioni dei sedili e la moquette a dare quel tocco di lussuositá in più che ricorda quanto al tempo fosse esclusivo questo treno. Quattro carrozze con due belvedere agli estremi, che rendono unico il convoglio capace di toccare i 200 km/h anche su tratte non ad alta velocità.
Oltre al salottino belvedere, l’Arlecchino conta una carrozza ristoro ove è possibile fruire del servizio bar. Per gli appassionati e per i giovani è stata un’occasione da non perdere. Prossimi appuntamenti il 10 settembre e l’11 novembre con altri due treni storici da Milano, ma non con Arlecchino.