La collega morì nello schianto, ma la colpa era della strada dissestata: prosciolto dall’accusa di omicidio stradale

MANTOVA   Assolto perché il fatto non costituisce reato. Questo quanto deciso ieri dal giudice Stefano Ponti nei confronti di Renzo Franchin, 70enne padovano, finito sotto accusa per l’ipotesi di omicidio stradale circa un incidente mortale, occorso poco più di quattro anni fa lungo la provinciale 496 Virgiliana, nel tratto tra Poggio Rusco a Dragoncello. Era infatti il pomeriggio dell’11 giugno 2020 quando, a causa di una sbandata a forte velocità, il furgone Iveco Daily di un maglificio di Saletto di Borgo Veneto (Padova), condotto dall’imputato in trasferta di lavoro, era finito fuori strada andando a schiantarsi contro un paio di alberi posti a lato della sede stradale. Nel violento impatto una delle due piante aveva addirittura attraversato l’abitacolo, squarciandolo letteralmente, non lasciando così scampo alla giovane donna che sedeva accanto all’autista. Fatma Core, 33enne di origine albanese collega del 70enne, era infatti morta sul colpo intrappolata tra le lamiere del veicolo distrutto. Ma dai successivi accertamenti peritali era quindi emerso come l’uomo stesse guidando al di sotto del limite di velocità in un tratto di strada totalmente dissestato che portò, proprio a seguito di tale sinistro, il ripristino integrale dell’asfalto nel punto dello schianto. Motivo che ha portato il magistrato giudicante ad esprimersi per una piena assoluzione.