L’arte contemporanea chiede spazio e Palazzi ci pensa

MANTOVA

Una galleria civica di arte contemporanea a Mantova? Ni. Questa la risposta che arriva dall’incontro tenutosi ieri al Cinema del Carbone, che ha visto protagonisti istituzioni e amministratori nel settore della cultura. Quello su cui tutti sembrano essere d’accordo è il sostegno ad un tessuto creativo che nel nostro territorio esiste e merita di essere posto in rilievo, oltre al poter finalmente proporre al pubblico le tante opere di pregio chiuse nei depositi.
A lanciare il dibattito è stato Fausto Banzi di Sinistra Italiana, a coordinarlo l’ex assessore comunale alla cultura Marco Tonelli, il quale ha ricordato che per realizzare un museo di arte contemporanea occorrono tre elementi: gli spazi, un direttore, la collezione.
L’arte contemporanea a Mantova c’è: è presente in diverse mostre, come ha ricordato il direttore del Museo di Palazzo Ducale Peter Assmann. Ma per realizzare una galleria civica di arte contemporanea occorrono fondi, perché questa vive di esposizioni. E poi servono coordinamento e accordo tra i vari poli culturali cittadini.
Per il direttore della Fondazione di Palazzo Te Stefano Baia Curioni indispensabile è che sul terriotrio si sviluppino creatività e ispirazione. Altro discorso è la presenza di Mantova nella mappa dell’arte contemporaneain Italia. Che comporterebbe, invece, gli adeguati sostegni economici per vincere nella battaglia della visibilità, che non risparmia grandi centri come il Maxxi di Roma o luoghi innovativi come il Mart di Rovereto.
Eristeo Banali, anche lui munito dell’esperienza di ex assessore alla cultura, ha ricordato il percorso del Mac, Museo di Arte Contemporanea, ideato da Francesco Bartoli, mirando ora alla ricerca di un tessuto in grado di esprimere arte di qualsiasi genere. Sono ben 350 le opere di arte contemporanea conservate negli archivi del Museo Diocesano, come sottolineato da monsignor Roberto Brunelli e l’intento è quello di poterle al più presto esporre pubblicamente. Per la critica d’arte Donata Negrini fondamentale trovare un progetto condiviso che valorizzi la creatività e il patrimonio degli artisti del territorio. Concetto su cui concorda in pieno l’artista ed ex assessore provinciale alla cultura Robero Pedrazzoli: l’arte contemporanea mantovana è a livello di quella europea e come tale andrebbe posta in risalto, in un museo che sia anche luogo della memoria.
Tirando un po’ le somme, con gli interventi del sindaco di Mantova e del presidente della Provincia di Mantova, Mattia Palazzi ha proposto una serie di incontri fissi per parlare di eventi, tempi e spazi. Sarebbe un passo per partire e stabile come coordinare le varie e spesso coincidenti azioni sul territorio.
A proposito di spazi, il più citato per ospitare la galleria di arte contemporanea è naturalmente risultato la Casa del Mantegna, da anni location orientata verso tale settore creativo.
Ma un problema esiste, come evidenziato da Beniamino Morselli: con i cambiamenti applicati all’ente provinciale negli ultimi anni, questo non ha più la possibilità di occuparsi di promozione culturale. Anche se la disponibilità all’utilizzo della Casa del Mantegna resta. Tralasciando quindi ogni commento sulla scriteriata riforma delle Province attuata nel recente passato, il discorso sull’arte contemporanea rimane aperto a possibili sviluppi. Che dovrebbero, poi, concretizzarsi in qualche modo per diventare realtà cittadina. (Ilperf)