Mantova Caratteristica fondamentale di Trame Sonore, l’unicità di ognuno degli eventi in programma in queste giornate di totale immersione nella musica regala esperienze d’ascolto che abbinano il piacere di vivere la bellezza all’interesse suscitato da stimolanti intrecci d’arte. L’ottica del Mantova Chamber Music Festival, basata su esecuzioni di altissimo livello, apre uno sguardo propositivo sul futuro stesso della produzione musicale e da sempre lo fa in un crescendo di interesse e affermazione certificato dalla grande partecipazione del pubblico. Una rassegna che conquista e valorizza la città, ideale per questa realtà, e sempre più richiama turisti specificamente interessati, come si è potuto rilevare già in occasione dei primi appuntamenti. Un avvio in grande stile, mercoledì sera, con l’avvincente espressività del Trio op. 67 di M. Ravel nell’eccellente interpretazione del Trio Vecando in Galleria degli Specchi di Palazzo Ducale e l’altrettanto entusiastica accoglienza riservata in piazza Santa Barbara a Tai Murray e l’Orchestra da Camera di Mantova. Un successo meritatissimo sulle note pregiatissime e coinvolgenti del Concerto n. 5 K 219 di Mozart a cui la violinista statunitense ha fatto seguire, come bis solistico, la sorprendente vitalità di Louisiana Blues Strut di Perkinson. Il contrasto di stili è un aspetto che fa parte dello spirito di Trame Sonore e un esempio interessante è stato offerto nella mattinata di giovedì dal pianista Alessandro Stella che, presso la Galleria Corraini, ha proposto un accostamento tra alcuni lieder di Mahler e brani di Benny Andersson resi famosi dal gruppo pop Abba, nelle trascrizioni per pianoforte degli stessi autori. Musiche nate per il canto che, nella versione pianistica, hanno il pregio di mettere in risalto la solidità strutturale su cui si basano le linee melodiche. La mattinata si era aperta con il primo appuntamento con “Sulle tracce dell’artist in residence”, una Trama centrale del festival che si avvale della fondamentale presenza di Alexander Lonquich. Bibiena illuminato dalla magistrale prova del pianista tedesco, protagonista della storia del festival fin dalla sua origine, che ha trascinato e coinvolto il Quartetto Indaco in una vibrante interpretazione del Quintetto per pianoforte e archi op. 44 di Schumann. Momento di straordinario spessore artistico ed emotivo, prezioso prologo alla prosecuzione di Trame Sonore.