MANTOVA – Scossoni in atto. Che la base del Movimento 5 Stelle non abbia gradito la decisione dei vertici di stringere il patto di governo con gli acerrimi “nemici” del Pd era risaputo. Ma la batosta in Umbria ha acuito ulteriormente l’insofferenza verso l’alleanza che ha portato alla nascita del Conte bis. È notizia di ieri delle dimissioni della sindaca di Imola Manuela Sangiorgi. La prima cittadina pentastellata è scesa in piazza Matteotti sfogandosi con i cronisti. «Ho bisogno di appoggio per fare ciò che i cittadini si aspettano da me, perché mi hanno votata – ha affermato –. Non potevo diventare un burattino nelle mani del Pd… Non voglio esserlo».
Che poi ha annuito quando le è stato chiesto se le sue dimissioni sono irrevocabili, aggiungendo: «Niente mi può far cambiare idea». Precursore della prima crepa affiorata all’indomani dell’accordo sottoscritto tra grillini e democratici era stata l’ex consigliere comunale di minoranza a Borgo Virgilio Paola Bonifacci, eletta a fine maggio nelle file dei pentastellati. «La mia – ha detto Paola Bonifacci – è una scelta di coerenza politica, ma soprattutto di responsabilità e chiarezza nei confronti dei cittadini che mi avevano votato e che di certo non si aspettavano quello che sarebbe accaduto a livello nazionale».
Insomma, anche in terra virgiliana l’asse tra M5S e Pd che faticosamente provava a muovere i suoi primi passi sa di esperimento fallito, tanto che stando ai rumors un’altra consigliera M5S potrebbe rassegnare le proprie dimissioni già nei prossimi giorni.
Matteo Vincenzi