MANTOVA – Dopo 60 anni di storia arrivare a estirpare le piante di pere per riconvertire l’azienda è veramente dura”. Le parole di Simone Grecchi, giovane agricoltore di Borgocarbonara iscritto a Coldiretti Mantova, pesano più di un bilancio stagionale che per la pera mantovana potrebbe significare una perdita del raccolto fra il 70% e il 100 per cento. Uno sfracello che, a conti fatti, potrebbe abbondantemente superare i 15 milioni di euro e archiviare l’annata 2020-2021 fra le peggiori dell’ultimo quinquennio.
Questa volta la colpa va ascritta alle gelate tardive di aprile, che hanno colpito duramente, arrivando anche a -6°, bruciando così le prime comparse dei frutti. Negli anni precedenti i frutteti, in particolari le piante di pera, hanno dovuto fare i conti con l’alternaria (5 milioni di euro di danni), la grandine e la cimice asiatica, per altre perdite da capogiro, vicine ai 10 milioni di euro.
“Non abbiamo più neanche un frutto sulle piante – dice sconsolato Grecchi – e per questo stiamo estirpando le piante per seminare soia. Alcuni dei nostri appezzamenti con pere di varietà William Bianca e William Rossa sono completamente a zero, mentre con la varietà Abate sono rimaste in pianta il 10% dei frutti, con la preoccupazione per non dire la certezza di portare avanti un prodotto che svilupperà ruggine o sarà colpito dalla cosiddetta cinghiatura, menomazioni che deprezzano sensibilmente il raccolto”.
Per la famiglia Grecchi nessuna assicurazione, “perché avendo coperto buona parte del frutteto con le reti anti-insetto, che svolgono una funzione anche anti-grandine, non immaginavamo che fosse il gelo a dare il colpo di grazia all’azienda”. Il danno, calcolatrice alla mano, potrebbe aggirarsi sugli 80-100.000 euro.
A farne le spese, poi, la biodiversità che caratterizza il territorio. “Dei 15 ettari di pere che avevamo due anni fa ora rimaniamo con sei”, dice Grecchi.