MANTOVA Stando al novero della accuse a loro ascritte avrebbero, a più riprese, vessato e percosso una giovane donna, all’epoca rispettivamente moglie e nuora dei due accusati. Sul banco degli imputati, circa le ipotesi di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, sono così finiti padre e figlio, entrambi residenti in un comune dell’Alto Mantovano. I fatti addebitati loro risalivano nello specifico alla primavera del 2018 fa quando una denuncia ai carabinieri presentata dalla presunta vittima, costituitasi a processo parte civile con l’avvocato Maurizio Peverada, aveva fatto scattare le indagini del caso da parte dei carabinieri di Castiglione delle Stiviere. Stando alla ricostruzione inquirente i due, entrambi difesi dall’avvocato Gianfredo Giatti, si sarebbero infatti resi responsabili, sempre in ambito domestico, di molteplici condotte violente perpetrate per futili motivi nei confronti della donna. Botte, insulti e soprusi vari costati alla parte lesa diversi referti in pronti soccorso. In particolare, tra i vari episodi addebitati al marito ve ne sarebbe stato uno secondo cui l’uomo, afferrata la consorte per il collo, le avrebbe stretto la testa tra la porta di una stanza di casa e lo stipite. Inoltre, in altra circostanza, avrebbe sbattuto giù dalle scale la presunta vittima incinta provocandole così un aborto. Accuse respinte in toto dai due imputati in sede d’istruttoria dibattimentale. Ieri, innanzi al giudice Raffaella Bizzarro, è dunque proseguito il processo a loro instaurato con l’escussione di altri tre testi.