MANTOVA – Non c’è un vero argomento di crisi. Addirittura le rendicontazioni fatte dai vertici della Mantua Surgelati alle Rsu lo scorso dicembre esibivano dati performanti, al punto che proprio nell’anno del lockdown aveva segnato il picco massimo storico di fatturato. Con tutto ciò, aleggia all’interno del colosso alimentare di Castelbelforte lo spettro della scure sul personale.
Voci ufficiose, ma attendibili, parlano di un centinaio di esuberi, da selezionarsi nelle percentuali di un 40% di colletti bianchi e di un 60% di interinali. Proprio quegli interinali che, come pure rilevato dalle forze sindacali, davano garanzia di solidità e di un mercato che tira, a dispetto dei rincari imposti dal momento alle materie prime, e soprattutto ai trasporti e all’energia. Evidentemente qualcosa non torna, ribadiscono i sindacati, che proprio domani avranno un tavolo di confronto in Provincia, sia con la proprietà che con l’ente garante.
A questo punto sarà compito principale delle parti, comprese le parti sociali, fornire chiarezza. Soprattutto sulla univocità di intenti della proprietà, ripartita fra la figlia del fondatore Romano Freddi, ossia Federica Freddi, e il fratello Franco Freddi, presidente del gruppo. Chi da un lato vorrebbe vendere, si dice, e chi no. O comunque vendere, ma a condizioni diverse rispetto a quelle pretese dal congiunto.
Per ora i sindacati temporeggiano, ma con fermezza: pretendono chiarimenti entro il mese, prima di proclamare lo stato di agitazione.