MANTOVA – I lavori stanno accelerando, ma il ritardo sulla tabella di marcia a tutt’oggi esposta sulla gerenza del cantiere dell’ex ceramica si quantifica in 570 giorni a 1.040 giorni dalla consegna. Il tutto mentre il sindaco Mattia Palazzi proclama dalle pagine dei social network i termini del cantiere entro il prossimo anno scolastico.
Già, perché questa operazione di recupero (“archeologia architettonica” fu definita dalle varie amministrazioni e dagli enti di tutela, pur di salvare uno scheletrato in cemento e un camino di mattoni) è finalizzata alla destinazione scolastica: qui prenderà sede l’istituto tecnico “Mantegna”, secondo un accordo che vede entrambi gli enti locali, Comune e Provincia, impreparati.
A sostenere questa tesi è l’ing. Celestino Dall’Oglio, già assessore alla casa nella giunta di centrodestra di Nicola Sodano, che però sul comparto di Fiera Catena non aveva saputo produrre progetti alternativi, se non quella mai nata “cittadella dei servizi”.
Ma l’attenzione dell’ex amministratore punta su aspetti tecnici che non tornano. «A parte gli stati di avanzamento dei lavori, che come ha dimostrato il consigliere Stefano Rossi di Mantova ideale sono fermi a meno della metà del capitolato, va guardato anche un altro aspetto tecnico che evidenzia la scarsa consapevolezza di un’opera, ad oggi costata, per modo di dire, quasi più in consulenze che in opere. Per non dire di un aspetto che in anni e anni di appalti mai mi era capitato di vedere: dove il soggetto appaltante non arriva a coprire le prestazioni, si passa a soggetti subappaltanti, che vengono in conseguenza soccorsi dal Comune stesso, il quale acquista materiali per conto di quelli, lasciandoglieli in deposito fiduciario. Come dire – prosegue Dall’Oglio – che l’ente stesso diventa una “cassa depositi e prestiti” dei soggetti che dovrebbero operare per conto suo».
I riferimenti documentali di Dall’Oglio vanno verso materiali elettrici già acquistati e al momento accantonati in un’azienda importante di Sustinente, e in un magazzino di Levata, in attesa di trovare il momento (con che tempi non si sa) di essere portati a destinazione. Per non dire del materiale scolastico, che dovrà arredare le aule della futura sede del “Mantegna”.
«C’è infatti la curiosa vicenda degli arredi “frettolosi”. Con un decreto del 16 dicembre scorso la Provincia uscente aveva approvato un progetto da 670mila euro per l’appalto delle attrezzature e dei futuri laboratori che dovrebbero completare la futura scuola-ex ceramica del Comune. Ciò ai sensi della vigente convezione Comune-Provincia. Ma quella convenzione non può comprendere l’attuale cantiere che non è una scuola agibile. Peraltro anche in Provincia avrebbero scoperto che non si può al momento spendere denaro su una proprietà altrui. Inoltre – conclude l’ing. Dall’Oglio –, pure dal lato tecnico, il ritardo del cantiere non consentirebbe queste installazioni nel volgere di pochi mesi».