Ndrangheta. Le parti civili del processo Grimilde chiedono risarcimenti per 9 milioni di euro

BOLOGNA Ammonta a nove milioni di euro la cifra complessiva chiesta ieri dalle 15 parti civili (tra le quali lo Stato, Regione Emilia Romagna, Libera, Cgil, Cisl e Uil emiliane, le Camere del lavoro territoriali di Reggio Emilia e Piacenza e i Comuni di Brescello, Reggio e Piacenza) che si sono costituite nel processo Grimilde contro la ‘ndrangheta che si sta celebrando a Bologna. Dopo la requisitoria della Dda con richieste di condanne per 120 anni complessivi, la parola è passata alle parti civili per quantificare i presunti danni subiti e avanzare le istanze di risarcimento. Tra queste è più che corposa quella dell’avvocatura dello Stato rappresentata in aula da Federico Loche, che ha chiesto 500mila euro per conto del Consiglio dei Ministri, e 2 milioni e 200mila euro per il Ministero delle Infrastrutture. La compensazione riguarda in questo caso il cosiddetto Affare Oppido, la maxi truffa ordita dai clan che attraverso una falsa sentenza attribuita ad un giudice del tribunale di Napoli si accapparrò 2,5 milioni, girati sui conti degli imprenditori Gaetano e Domenico Oppido di Cadelbosco. Chiesto anche un risarcimento per l’Agenzia dei beni confiscati per il furto di materiale edile confiscato alla mafia nel Mantovano.