MANTOVA – La questione del Migliaretto e della sua futura destinazione non si chiude con il voto consiliare di venerdì, che ha sancito solo la permuta del sedime ex aeroportuale del demanio statale con gli uffici giudiziarî alienati al demanio comunale. È proprio adesso semmai che si aprono le questioni sensibili, aprendo un delta di opinioni inconciliabili fra chi propugna, come la giunta di Mattia Palazzi, una svolta ambientalista di verde attrezzato, e chi invece lamenta la carenza di un’area eliportuale di soccorso in grado di far fronte alle necessità di trasporti d’urgenza.
Che c’azzecca l’elisoccorso? Più lettere indirizzate anche in questi giorni alla Regione sottolineano questo punto come un “vulnus” della nostra sanità. È infatti irrisolta la questione della piazzola del “Poma” destinata all’atterraggio e al decollo delle eliambulanze. Quella attuale, dicono i tecnici, non è a norma secondo i requisiti di legge, trovandosi troppo vicina ai plessi ospedalieri e persino a un distributore di benzina a poche decine di metri di distanza. Né, dicono sempre i tecnici, si possono considerare “norma” quei decolli e atterraggi verticali che gli elicotteri dovrebbero poter fare solo in condizioni di emergenza.
Da tempo la sanità virgiliana risponde a tali rilievi con l’annuncio di una piazzola di elisoccorso sulla copertura del futuro “Blocco E” del nosocomio cittadino, che nondimeno pare avere tempi di realizzazione più lunghi del previsto, e comunque – sempre a detta dei tecnici più volte intervenuti sulla stampa locale – senza esibire garanzie di sicurezza in caso di condizioni avverse.
Il Migliaretto, insistono, era l’unica area possibile, o quantomeno la più idonea, a ospitare una piazzola per eliambulanze, oltre che – come risulta da altre certificazioni dello Stato – per prestarsi ad area di sicurezza in caso di situazioni emergenziali di natura idrogeologica. Quella destinazione rimarrà?







































