MANTOVA Da Mantova a Venezia, da Venezia a Trento, da Trento a Mantova e di nuovo da Mantova a Venezia. Nel processo che vede imputate Lorena Buzzago e Cinzia Goldoni per ora c’è un solo punto fermo: il sindaco di Mantova Mattia Palazzi ieri si è costituito parte civile in quello che è l’ennesimo capitolo legato al famigerato libro giallo, ovvero “50 sfumature e più di giallo” scritto e distribuito clandestinamente dalla Buzzago. L’odissea riguarda la sede in cui celebrare il processo. Il gup di Mantova a suo tempo aveva indicato il tribunale di Venezia come sede per questo procedimento in quanto interconnesso con altri che riguardavano lo stesso libro giallo, i cui relativi processi erano stati celebrati nel tribunale lagunare per competenza territoriale. Questo perché tra le persone offese figuravano l’allora procuratore capo di Mantova Manuela Fasolato, l’allora sostituto procuratore Giacomo Pestelli, l’ex questore Paolo Sartori e altre persone tirate in ballo nelle pagine del libro, quali esponenti politici e commercianti cittadini. Per quest’ultimo processo però, Venezia si è dichiarata incompetente territorialmente e ha inviato gli atti al tribunale di Trento, i cui giudici a loro volta si sono dichiarati incompetenti indicando Mantova come sede territoriale. Ieri il gup Antonio Serra Cassano ha dichiarato di nuovo l’incompetenza territoriale del tribunale di via Poma e indicato nuovamente la sede di Venezia. Siamo dunque al secondo giro di questo processo per reati quali diffamazione e calunnia. Lorena Buzzago risponde per quanto c’è scritto nel libro giallo, mentre Cinzia Goldoni è accusata di avere concorso alla diffamazione pubblicando dei post sul proprio profilo facebook in cui per certi versi avrebbe promosso la pubblicazione e diffusione del libro dello scandalo, pubblicato e distribuito senza autorizzazione e sequestrato dalla Digos.