Pietre d’inciampo in ricordo di sei deportati mantovani a Dachau

MANTOVA Sei nuove pietre di inciampo per ricordare l’impegno e, in taluni casi il sacrificio, di altrettanti partigiani mantovani. A raccontare il percorso che ha portato a questo importante traguardo, tramite la propria pagina Facebook, è lo storico mantovano don Giovanni Telò. «È stato un percorso impegnativo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Io e un gruppo di amici (Carlo Benfatti, Giuliano Cantoni, Dino Perboni e Michela Russo), con il sostegno del Comune e della Diocesi di Mantova, siamo riusciti a ottenere le “pietre d’inciampo” per sei partigiani attivi a Mantova e deportati nel lager nazista di Dachau, in Germania. Era il 1944. I partigiani appartenevano al gruppo di Felice Barbano e, con una radio ricetrasmittente installata nella canonica della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, in via Trento a Mantova, fornivano notizie ai Servizi segreti britannici», scrive Telò. «Il 2 agosto 1944, il gruppo viene scoperto dai tedeschi.
Finiscono a Dachau il sacerdote don Costante Berselli, Luigi Boselli, Giovanni Ferraiolo, Franco Finetti, Aldo Salvadori e Spartaco Spaggiari. Alla fine della guerra, don Berselli e Spaggiari ritornano a casa; gli altri sono vittime della ferocia nazista. Boselli e Ferraiolo fucilati, Finetti e Salvadori morti di stenti. Le “pietre d’inciampo” sono per loro. Verranno inaugurate il 27 gennaio 2025, Giorno della memoria, nei pressi della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Un’iniziativa per non dimenticare gli orrori del nazifascismo e per evidenziare, ancora una volta, che la guerra è sempre una follia. La vicenda della ricetrasmittente sarà approfondita in un libro che sto scrivendo e che uscirà l’anno prossimo, dal titolo: “Cattolici e ribelli.
Storie della Resistenza nel Mantovano (1940-1945)”. Sarà il risultato di un’ampia indagine, con documenti inediti, fatti e personaggi poco noti, raccontati con vivacità giornalistica. Editore “Il Rio”, presentazione di Frediano Sessi e copertina di Alessandro Sanna».