Truffavano anziani: arrestati due giovani

MANTOVA La loro era una tecnica più che collaudata. Derubavano persone anziane con il metodo della “cauzione” per evitare che il nipote o qualche altro parente finisse in carcere. Un metodo che funzionava bene, tanto che secondo gli inquirenti, i due giovani napoletani arrestati per una lunga seri di truffe ad anziani avevano messo da parte un bottino di circa 12mila euro tra contanti e oggetti preziosi. A mettere fine alle loro odiose scorribande sono stati i carabinieri di Verona, i quali in collaborazione con i loro colleghi di Napoli, hanno individuato e arrestato due giovani partenopei ritenuti responsabili di una serie di truffe ai danni di persone anziane che vivono sole messe in atto nell’arco pochi giorni, nelle province di Verona, Parma, Mantova, Pavia e Trento. In particolare i due napoletani, uno dei quali già noto alle forze dell’ordine, prendevano di mira donne ultra 80enni che vivevano da sole. Le contattavano telefonicamente spacciandosi per avvocati e dicendo che un loro nipote o il figlio era stato arrestato dopo essere rimasto coinvolto in un incidente. «Signora non c’è tempo da perdere, bisogna pagare una cauzione», dicevano alle malcapitate, dopodiché spiegavano loro come fare: radunare tutto ciò che avevano in casa, dai contanti agli oggetti preziosi, da consegnare a un “incaricato” che sarebbe passato di lì a poco. Le telefonate erano talmente concitate che l’anziana cadeva in confusione, e senza rendersi conto di quanto fosse assurda tutta la situazione, consegnava senza esitare i propri gioelli e denaro a un perfetto sconosciuto che spariva nel nulla subito dopo. I carabinieri dei Nucleo Investigativo di Verona in collaborazione dcon i colleghi di Napoli, hanno messo fine a questa spregevole attività arrestando i due presunti responsabili nelò capoluogo partenopeo a seguito di una complessa e prolungata indagine che si è conclusa con un’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal Tribunale di Trento, dove i due nel fratempo si erano spostati. L’indagine, avvisata nel luglio 2022 ha messo in luce l’esistenza di un sodalizio strutturato, con tanto di “centralinista” responsabile dei contatti telefonici con gli anziani e di “galoppini” dedicati al ritiro del denaro. I due arrestati sono accusati di associazione per delinquere e truffa aggravata continuata.