MANTOVA – La Fondazione Teresa Camplani, che gestisce tre case di cura tra le quali la clinica San Clemente di Mantova, ha accolto ieri mattina nella sua casa di cura di Brescia, la Domus Salutis, i primi tre pazienti subacuti Covid, in un padiglione a se stante, allestito con 20 posti letto aggiuntivi. Un padiglione ben separato dal resto della struttura, per consentire a tutte le altre attività di degenza ed ambulatoriali riabilitative di proseguire in tutta sicurezza. Stessa operazione è già in atto a Cremona, nell’altra casa di cura della Fondazione, Ancelle, dove un intero piano da alcuni giorni è stato interamente isolato per altri 20-22 posti letto per subacuti Covid. «I pazienti attuali – spiega Fabio Russo, consigliere delegato della Fondazione – sono meno gravi dei 268 “acuti” accolti e curati nella prima fase dell’emergenza Coronavirus, in tutte le tre strutture della Fondazione – Domus Salutis di Brescia, Ancelle di Cremona e San Clemente di Mantova -, pazienti che avevano richiesto una importante presa in cura ed un costante monitoraggio. Ad oggi, su richiesta delle Ats locali, riusciamo dunque ad essere nuovamente parte attiva del sistema di “nosocomio diffuso”, con posti letto a Brescia e a Cremona, ed a Mantova supportando l’Asst Carlo Poma, concedendo l’uso delle proprie sale operatorie chirurgiche».