Programma: i lavori più grandi sono rimandati al dopo-Palazzi

MANTOVA – Con gli assestamenti di bilancio la giunta di Mattia Palazzi ha licenziato anche il documento programmatorio dell’ente (Dup), nel quale il piano triennale 2025- 2027 delle opere pubbliche occupa la parte più rilevante.
Ma è proprio guardando la lunga lista degli interventi che si evince una sorta di stasi. I finanziamenti maggiori vengono destinati alle manutenzioni di edifici e strade (per gli asfalti, come ogni anno, il sindaco destina un milione); ma in fondo si tratta per lo più di opere di completamento di lavori iniziati.
Le lacune semmai iniziano a evidenziarsi laddove i cantieri più impegnativi affidati all’assessore Nicola Martinelli vengono rimandati o al 2026, data di scadenza del mandato del sindaco), o addirittura al 2027quando ogni onere andrà in capo al suo successore – laddove non passi la linea di consentire un terzo mandato ai primi cittadini.
Nell’ultimo anno il ricorso ai mutui accesi da via Roma è più che raddoppiato, ed è impossibile non rammentare i 4 milioni per la nuova scuola di Borgochiesanuova, i 2,57 per terminare i lavori ai capannoni ex militari di San Nicolò, o i 2,86 milioni per mettere a norma lo stadio “Danilo Martelli” secondo le prescrizioni della serie B. Soldi, questi, che vanno ad aggiungersi ai prestiti contratti negli anni precedenti (circa 6,54 milioni) che non fanno altro che irrigidire la spesa di via Roma, e che rischiano di influenzare la capacità di spesa dei successori di Palazzi.
Nel maggio del 2026 si tornerà a votare per la poltrona di sindaco e sicuramente lo scenario economico dell’ente comunale sarà molto diverso rispetto agli ultimi anni: lo spettro del patto di stabilità e dei vincoli europei limiterà la capacità di spesa degli enti locali, Comuni e Province in testa. Nel frattempo opere essenziali per il recupero del patrimonio storico artistico della città sono rimaste solo nel libro delle intenzioni. Se ne parlerà, se caso, nel 2027 per trovare gli 11 milioni per il Palazzo del Podestà, gli 11 per il Bibiena, il milione e 200mila per riqualificare piazza Filippini e piazza d’Arco, i 2 milioni per Palazzo Te, i 700mila per via Verdi, o il milione per il sempre più lontano infopoint di Sparafucile.