MANTOVA Strano paese l’Italia, dove un sindaco, Leoluca Orlando, se ne infischia del recente decreto sicurezza approvato dal parlamento, e iscrive quattro immigrati irregolari all’anagrafe di Palermo, ma nessuno lo indaga. Viceversa, un ministro dell’interno, Matteo Salvini, viene iscritto al registro degli indagati. A sostegno del vicepremier non solo leghisti ma tanti comuni cittadini, sono scesi in piazza nel weekend con quasi 2.000 gazebo, organizzati dalle segreterie regionali, provinciali e comunali del carroccio per una raccolta firme. La parola d’ordine era “Salvini non mollare”. Una ventina i gazebo nel mantovano, nonostante il tempo inclemente, per affermare: «La magistratura ha il diritto di indagare, ma dopo la richiesta di archiviazione arrivata dalla procura di Catania, la decisione del tribunale dei ministri rappresenta una forzatura, quanto meno anomala». Che è il pensiero del segretario provinciale della Lega Antonio Carra: «Era giusto esserci, in primis per dimostrare solidarietà a Salvini, e in secondo luogo per avvalorare la convinzione che la maggioranza degli italiani è d’accordo con il decreto su immigrazione».
Matteo Vincenzi