Sfruttava baby-squillo: maxi-condanna di 11 anni per un 48enne di Acquanegra

ACQUANEGRA – Induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, violenza sessuale su minore ed estorsione. Accuse pesantissime che sono costate una condanna altrettanto pesante a Pasquale Velotto, un 48enne originario del Napoletano e residente ad Acquanegra sul Chiese, che ieri è stato condannato in primo grado a 11 anni di reclusione; il Pm ne aveva chiesti due di meno. I fatti risalgono all’estate del 2015. Stando a quanto emerso dalle indagini, il 48enne avrebbe avvicinato due ragazzine straniere ospiti di una comunità, una di 16 anni già vittima di abusi, e un’altra di 17 anni, e le avrebbe convinte a prostituirsi. La più giovane delle due avrebbe effettivamente incontrato almeno due uomini con i quali avrebbe fatto sesso, e uno di questi avrebbe pagato più di 800 euro. Di questi soldi ben poco andava in tasca alle due baby-squillo; la 16enne infatti sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali completi con lo stesso 48enne in cambio del suo silenzio, visto che si era spacciato per un poliziotto e aveva minacciato di farla cacciare dalla comunità in cui aveva trovato rifugio. Le prestazioni sessuali dell’altra ragazzina, invece, le avrebbe pagate con qualche pacchetto di sigarette e ricariche telefoniche. Molto di più invece avrebbe chiesto a uno dei clienti delle due baby-prostitute per non far sapere in giro dei suoi incontri a luci rosse con una minorenne. Il cliente, che ha raccontato ai giudici che la ragazza con cui era stato aveva dei documenti falsificati dai quali risultava che avesse 18 anni, aveva ricevuto una prima lettera anonima in cui gli venivano chiesti 100mila euro; somma ridabita nella seconda lettera anonima in cui c’era anche un Cd-rom con il video dei suoi incontri con la ragazzina. Il 48enne si sarebbe poi presentato alla vittima del ricatto dicendo di essere un poliziotto e di potere “aggiustare la cosa” con 10mila euro. L’altro non aveva accettato e in seguito erano scattate le indagini che hanno portato al processo che si è concluso ieri con una sentenza esemplare: 11 anni di reclusione e 24mila euro di multa contro i 9 anni di reclusione e 30mila euro di multa chiesto dall’accusa. Le motivazioni delle sentenza saranno depositate entro 90 giorni.