MANTOVA Alla luce dei dati pubblicati dall’Inail su infortuni mortali e non, uniti alle malattie professionali la UIL nota un aumento che segnala il dramma di un nuovo inizio che viene pagato duramente da chi lavora. La campagna #ZeroMortisulLavoro inaugurata dal sindacato sta dando strumenti di consapevolezza in più alle lavoratrici e ai lavoratori, ma serve l’intervengo deciso della politica.
Nel rapporto Inail che copre il periodo da gennaio ad ottobre 2021 si osservano infatti incrementi generalizzati in tutti i settori produttivi: le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.017 contro le 1.036 del 2020 a riprova di una criticità che continua anche dentro e fuori dai lockdown. Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro soltanto nel Nord-Ovest (-3,6%), al contrario del Nord-Est (+11,9%), delle Isole (+11,8%), del Centro (+10,6%) e del Sud (+9,0%). “Questa lieve contrazione non deve trarre in inganno” – spiega Paolo Soncini segretario UIL di Mantova-Cremona – “poiché in questi dieci mesi ci sono stati gli strascichi di lockdown e lo sblocco dei licenziamenti”.
In Lombardia infatti si assiste ad un calo degli incidenti mortali anche se per il sindacato ogni vita spezzata di un lavoratore pesa come un macigno: nel mantovano sono cinque le vittime sul lavoro conteggiate fino a ottobre 2021. Le denunce per infortunio di quest’anno sono state invece 3.845, ovvero un appena percettibile 5% in meno rispetto al 2020.
Soncini ci tiene a ribadire: “Quello in cui muoiono quasi tre lavoratori al giorno è un Paese incredibile, nel quale dobbiamo fare tutti molto di più per evitare questa strage. La politica non può fermarsi ad un’idea di ripresa basata solo su consumi e grandi opere dove chi lavora corre, rischia e porta il peso della ripartenza. Serve attenzione al mondo del lavoro e impostare un progetto sociale per fermare questo bollettino di guerra”.