MANTOVA Qualcuno potrebbe chiamarlo il “sottopasso Attila”, dato che visto in planimetria, così come emerge dai progetti di Rfi, il bypass in sottosuolo del passaggio a livello ferroviario sulla linea Mantova-Verona rosicchia terreno sul lato sinistro della provinciale Goitese senza remore di sorta verso le attività esistenti. E lì chiaramente, come recita il proverbio, non vi crescerà più l’erba.
Data la prossimità su via Goito di varie ville ed esercizi (fra cui una nota pizzeria), che proprio sulla strada hanno l’unica via di accesso, è diventato d’obbligo per i progettisti spostare l’asse viario del sottopasso sulla parte sinistra in direzione Gombetto. Con la risultanza evidente dalla planimetria che a farne le spese, partendo dalla prima rotatoria di Cittadella, saranno alcune attività soggette a esproprio. Salvo lo store Famila, i piani di Rfi interesseranno una porzione della concessionaria Seat, e a seguire il distributore di benzina “Costantin”, che molto probabilmente dovrà essere delocalizzato, oltre a una mini-villetta, peraltro in vendita da svariati anni.
Il resto, sino all’innesto della strada per Soave, parrebbe essere terreno demaniale del Comune. Tutto sommato, poca roba, se si considera l’importanza strategica dell’intervento che pone fine alla barriera ferroviaria che da decenni pesa in maniera decisiva sulla viabilità cittadina proveniente dai centri abitati posti sulla direttrice bresciana. Le stesse previsioni di spesa della Rete ferroviaria italiana attribuiscono una spesa minima a tali espropri per ragioni di pubblica utilità.
Ciò che semmai mette in allerta i residenti di Cittadella è il contesto dell’investimento, che certo Rfi non interpretano come un regalo viabilistico alla città. Così come il sottopasso di Porta Cerese, senza il sacrificio della tratta per Monselice, ha lo scopo di aumentare il traffico merci, allo stesso modo è da intendersi quello di Cittadella-Gambarara.
I 290mila euro previsionali di espropri per i terreni e le attività saranno ampiamente compensati dall’aumento del traffico ferroviario, soprattutto treni merci, in arrivo o in transito per Mantova.
Il carico acustico nei mesi di lavorazione, con deviazioni programmate peraltro in aree agricole disabitate, sono al minimo di quanto attenderà i residenti di Cittadella, già da anni in lotta contro i “treni fracassoni”, che col presente piano Rfi non ha certo intenzione di diminuire.