MANTOVA Una celebrazione che profuma di umanità e fede quella che ha animato ieri una affollata basilica di Sant’Andrea, dove il Vescovo monsignor Marco Busca ha presieduto la Santa Messa del Giubileo dei Popoli, il primo appuntamento dell’anno giubilare a Mantova, dopo la solenne apertura del 29 dicembre.
Presenti le comunità cattoliche di altra madrelingua – ucraina, brasiliana, latinoamericana, filippina, burundese, indiana, singalese, ghanese e rumena – insieme a una delegazione della diocesi di Bergamo. Un momento di preghiera e comunione, in cui i diversi popoli si sono ritrovati sotto il segno del Preziosissimo Sangue custodito nella cripta.
Durante l’omelia, il vescovo Busca ha ricordato la figura del centurione Longino, testimone della Crocifissione, che secondo la tradizione avrebbe portato a Mantova la reliquia. «Dal corpo crocifisso di Gesù, squarciato dalla lancia, sono usciti sangue e acqua. Quel sangue, versato per l’alleanza, rappresenta un patto d’amore tra Dio e l’umanità, ma anche tra i popoli». E ha aggiunto: «È bello che stasera siamo differenti, ma non distanti, perché nel sangue di Cristo siamo un unico popolo». Il messaggio della serata è chiaro: Mantova accoglie e si arricchisce delle tradizioni delle comunità migranti, che, come sottolineato dal Vescovo, «sono parte di questa Chiesa. Siete apprezzati, accolti, visti, riconosciuti». Non solo un momento di festa, dunque, ma un invito a un’integrazione viva e quotidiana. «La liturgia è un grande esercizio di sinodalità: tutti convocati allo stesso banchetto di Gesù, un’unica voce e tanti suoni, come un grande inno musicale». La celebrazione si è conclusa con la venerazione delle reliquie e un augurio speciale: «Siate stelle per i vostri figli, guide che li accompagnano verso la vera ricchezza: la fede».
Antonia B. Baroni