MANTOVA Il Prefetto, Gerlando Iorio, ha presieduto in Prefettura un incontro finalizzato a valutare l’attuazione di iniziative di prevenzione e contrasto al fenomeno dell’usura, cui hanno preso parte, oltre al Questore ed ai Comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, rappresentanti dell’Associazione Bancaria Italiana, della Camera di Commercio e delle Categorie imprenditoriali (Associazione Piccole e Medie Industrie, Confcommercio, Confartigianato, CNA-Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa).
Nell’incontro è stato preso in esame l’Accordo Quadro in materia sottoscritto dal Ministero dell’Interno e dall’ente rappresentativo del mondo degli Istituti di credito, contenente vari impegni delle Parti rivolti al monitoraggio del fenomeno, all’incremento delle misure di sostegno alle famiglie ed alla realizzazione di iniziative di educazione finanziaria rivolte a famiglie e microimprese per favorire la corretta e responsabile gestione del denaro.
Si tratta, quindi, ha rilevato il Prefetto, di dare attuazione territoriale a tale Accordo, traducendo le sue previsioni in attività concrete a livello locale.
Dall’incontro è emerso che sarebbe un grave errore considerare lusinghiero il dato praticamente nullo relativo alle denunce di usura registrato negli ultimi anni in questa provincia, perché, pur in un territorio come quello mantovano caratterizzato da un relativo benessere, le situazioni di sofferenza finanziaria ci sono e spesso inducono chi le subisce, in assenza di sufficienti concessioni di credito da parte delle banche, a rivolgersi al mondo oscuro del prestito non ufficiale. Questo mondo, è stato detto, equivale spesso a prestito illegale e comporta il rapido imbocco di una strada senza uscita di soggezione a strozzini che, a volte, si presentano nella veste pseudo-legale di promotori finanziari senza scrupoli.
Dall’ampia disamina condotta è risultato che le iniziative in campo da parte della Camera di Commercio e delle Associazioni di categoria esistono ma che le stesse vadano ulteriormente raccordate.
Questo vale per gli sportelli “RiEmergo” della CCIAA, istituiti da alcuni anni come luogo privilegiato di ascolto e informazione ma che, di fatto, scontano la difficoltà di chi cade nella spirale dell’usura di confessare il proprio stato di disagio. Lo stesso si può dire delle iniziative analoghe attuate da Confcommercio e CNA, con le quali si cerca di intercettare le situazioni di difficoltà da parte di imprese e famiglie, per offrire loro un sostegno, anche economico, tramite le strutture Confidi.
Sulla base di tale quadro generale il Prefetto ha dunque chiesto che il mondo delle banche, attraverso l’azione dell’A.B.I., possa rivitalizzare il suo ruolo di sensore delle situazioni di difficoltà. Le banche, infatti, come ha precisato il Comandante della Guardia di Finanza, sono in condizione privilegiata per riconoscere quello “stato di bisogno” che è tra gli elementi di aggravamento del reato di usura e che è quasi sempre il presupposto che costringe le vittime a rivolgersi al prestito illegale.
Poiché è stato osservato anche che a volte la spirale debitoria trova unica soluzione nell’alienazione dell’impresa, il Prefetto ha ritenuto che si debba avviare una ricognizione delle compravendite che maturano in ambito imprenditoriale, specie in presenza di crisi o sovrindebitamento, allo scopo di verificare se le situazioni esaminate riconducano a dinamiche fisiologiche o siano invece il risultato di pressioni illegali. In tale ottica, oltre all’incrocio dei dati del Registro Imprese della Camera di Commercio, potrà essere utile una interlocuzione con notai, commercialisti, considerato che tali figure professionali rivestono un ruolo importante negli scenari indicati,.
In conclusione il Prefetto ha anche sottolineato la necessità di sensibilizzazione delle banche ad utilizzare al massimo i fondi antiusura ed a svolgere verso la clientela un ruolo informativo circa le possibilità di rivolgersi alle strutture esterne che possono dare un sostegno alle situazioni di crisi.
Tutta la società civile, ha specificato il Prefetto in chiusura, deve acquistare consapevolezza della gravità del fenomeno usurario, qualunque sia la sua entità, in quanto fattore di inquinamento ed alterazione dell’economia, ed avere il coraggio di parlarne a tutti i livelli, più di quanto non si sia fatto finora e nonostante le poche denunce.