Calcio – Gironi, la Serie C torna all’antico. Il Mantova può restare al “centro”

Bianchi Davide (Mantova)

Mantova Come negli anni ’80 e poi nei primi anni ‘90, la Serie C torna alla suddivisione canonica con i soliti tre gironi di Nord, Centro e Sud. Il Consiglio Direttivo della Lega Pro ha infatti approvato il criterio “orizzontale” per la composizione dei gironi. Dove giocherà quindi il Mantova? Questa è la prima domanda che si sono fatti i tifosi virgiliani appena appresa la notizia. Ad oggi è difficile dare certezze, ma forse, è proprio il caso di dirlo, la verità sta nel mezzo. Mantova, pur trovandosi in Lombardia e quindi al Nord, è in una posizione geografica particolare, a cavallo appunto tra le squadre che che giocheranno nel girone A (Nord) e quelle del girone B (Centro). Nel precedente Consiglio di Lega Pro si era ipotizzata anche la composizione dei gironi tramite sorteggio, ma il presidente  Francesco Ghirelli ha preferito un criterio più logico. «Il percorso intrapreso dalle società – spiega – ha permesso di trovare una soluzione pienamente condivisa, con una decisione democratica e responsabile. La sostenibilità economico-finanziaria del sistema ha guidato qualsiasi valutazione. Ringrazio il Direttivo e la Commissione perché hanno operato in modo rapido e avveduto, comprendendo il momento storico che stiamo attraversando».
Tradotto, la Lega vuole far risparmiare le società sui costi delle trasferte. Non sarà così per tutti ovviamente. E proprio il Mantova rischia delle trasferte piuttosto scomode. Per capire meglio in quale girone potrebbe andare, bisogna attendere la fine dei play off: se a vincere fosse una squadra del Nord (Alessandria, Padova, SudTirol, FeralpiSalò, Renate), si potrebbe liberare un posto nel girone A. Se poi si considerano le promozioni dalla D del Trento e probabilmente del Gozzano e del Seregno, il girone Nord è quasi completo. Potrebbe esserci il ballottaggio tra Mantova e Legnago. Tutto dipende da dove verrà tracciata la riga. Da verificare anche la posizione dell’Entella e anche delle emiliane, che potrebbero essere separate dalle romagnole. In più bisognerà verificare se tutte le società riusciranno ad iscriversi. A fine mese se ne saprà di più.
Intanto Ghirelli ha parlato ancora della Coppa Italia, sognando il modello inglese: «Nessuno pensava che potessimo ottenere un dialogo con la Serie A – spiega -. Siamo riusciti ad ottenere l’inserimento di quattro squadre di Serie C nella Coppa Italia dopo una prima esclusione. Mi auguro che il dialogo vada avanti e che quando si discuterà della riforma del calcio italiano, si vada anche ad istituire un trofeo della Federazione e non della singola Lega. Vogliamo una Coppa Italia sul modello F.A. Cup nella quale la grande squadra va a giocare tra le mura di casa del piccolo club».