MANTOVA È proseguito ieri mattina con l’escussione di quattro testimoni della pubblica accusa il processo instaurato a carico di un 56enne di Borgo Mantovano finito in manette lo scorso settembre per maltrattamenti in famiglia, minacce, estorsione e violenza sessuale. In tale circostanza si era trattato di uno dei primissimi arresti effettuati in provincia per detti reati dopo l’entrata in vigore della legge sul cosiddetto “codice rosso”. I fatti a lui contestati si sarebbero protratti per diversi anni; vittime di quelle reiterate condotte violente e vessatorie sia l’ex convivente che alcuni familiari. Per quanto attiene i singoli capi d’imputazione se da un lato i maltrattamenti e gli atteggiamenti persecutori – oltre ad un presunto caso di violenza sessuale – perpetrati ai danni della compagna si sarebbero protratti ciclicamente complice anche uno stato depressivo e di alcolismo cronico dell’uomo, dall’altro le minacce e le aggressioni sia verbali che fisiche rivolte all’indirizzo dei parenti, nella fattispecie nei confronti della madre e delle due sorelle, sarebbero occorse per questioni prettamente economiche. Lo scorso febbraio davanti al collegio dei giudici erano comparse proprio l’ex convivente e le sorelle dell’imputato, queste ultime chiamate a riferire circa un preciso episodio di minacce di morte avanzate dal fratello a fini estorsivi. Sempre ieri inoltre il collegio dei giudici ha rigettato l’istanza difensiva circa il dissequestro del telefonino dell’uomo da marzo ai domiciliari e chiamato il prossimo 13 luglio a deporre in aula. (loren)