Al Sociale non solo prosa, spazio anche alla lirica

Teatro Sociale - Stagione teatrale 2024 - 2025 4_3140846

Mantova Sono numeri già elencati diverse volte, ma un ripasso è utile per dare l’idea di partenza: sono stati 35.000 gli spettatori dei 54 eventi promossi durante la scorsa stagione da Fondazione Umberto Artioli, sette gli spettacoli del cartellone di prosa e quattro i sold out. Con ottimi risultati di pubblico anche per le altre rappresentazioni. Esiti che hanno consentito una riflessione sulla costruzione della proposta per 2024/25. Che partirà al Teatro Sociale il 23 ottobre e ieri presentata dalla presidente della Fondazione Federica Restani, dal direttore artistico della stagione di prosa Raffaele Latagliata, dal coordinatore Federico Ferrari.
Subito una novità, ossia il ritorno nel programma dell’opera lirica. Con “Madama Butterfly”, l’8 novembre. Frutto di una rinnovata collaborazione con diverse realtà teatrali italiane, lo spettacolo avrà come protagonista Daria Masiero, Stefano Monti alla regia e Riccardo Bianchi a dirigere l’Orchestra Filarmonica italiana. A settembre saranno poi presentate le altre attività che faranno parte della rassegna, al di là delle performance teatrali.
Intanto gli spettacoli, tutti di caratura nazionale e dalle caratteristiche eterogenee. Dal classico al contemporaneo, pur sempre attualizzando temi in realtà costantemente presenti sia nell’ambito sociale sia in quello individuale. Si inizia in ottobre con “Aspettando Re Lear” tra Shakespeare e Beckett, con Alessandro Preziosi e in scena le opere dell’artista Michelangelo Pistoletto. Una “Locandiera” che lascia spazio a una evoluta versione femminilie è quella portata sul palco da Sonia Bergamasco il 26 novembre, mentre il 17 dicembre Ambra Angiolini darà voce a Franca Viola, che nel non troppo lontano 1966 rifiutò il matrimonio riparatore dopo aver subito violenza. Dal cinema arriva “Perfetti sconosciuti”, che apre il 2025, il 23 gennaio, con lo spettacolo firmato da Paolo Genovese. Ancora cinema all’origine della commedia brillante “L’anatra all’arancia”, l’11 febbraio, con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli. Dal classico di Stevenson “Il caso Jeckyll”, che sviluppa l’inesauribile tema del doppio, del conscio e dell’inconscio, il 28 febbraio. Chiude la rassegna “Boston Marriage”: un David Mamet in versione vivace, che rende divretente il linguaggio ampolloso di fine Ottocento, trattando di omosessualità al femminile.
Così il teatro, come sottolineato dall’assessora comunale Alessandra Riccadonna, si conferma occasione anche di riflessione e sviluppo del senso critico. Una esperienza che ha, negli ultimi anni, coinvolto in modo sempre maggiore pure una utenza molto giovane, grazie al lavoro svolto presso gli istituti scolastici.
Due le possibilità di scelta e i prezzi per la platea, ampie le agevolazioni per i ragazzi e le associazioni. C’è tempo per ragionare su un possibile abbonamento. I biglietti sono disponibili da oggi. Per informazioni www. mantovateatro.it.