Calcio Serie C – Niccolò Chiorra: “Felice di aver convinto i tifosi del Mantova”

Niccolò Chiorra
Niccolò Chiorra

MANTOVA Scacciare il fantasma di Francesco Marone, il portiere del Mantova della scorsa stagione idolo dei tifosi, sembrava una missione impossibile. Dopo quattro mesi possiamo dire che Niccolò Chiorra ce l’ha fatta. Bersaglio di critiche e pregiudizi all’inizio, il portiere fiorentino classe 2001 (in prestito dall’Empoli) si è guadagnato la stima e il rispetto del popolo biancorosso cammin facendo, a suon di prodezze. Non possiede l’esuberanza talvolta “piaciona” del suo predecessore. Ma di quest’ultimo (tra l’altro ancora svincolato) ora nessuno parla più.
Caro Niccolò, possiamo considerarlo un successo personale?
«In realtà non ho mai vissuto questa vicenda come un peso. Sapevo quanto fosse amato Marone, lo stesso Infanti (il preparatore dei portieri, ndr) mi aveva spiegato la situazione. Ma io ho cercato di isolarmi, per esempio non leggendo i social, e dare il massimo per migliorarmi».
Chi ti ha aiutato di più?
«Infanti, il mister, i compagni di squadra, i miei genitori… Alla fine posso dire che tutta questa situazione si è trasformata in uno stimolo per me».
Che voto ti dai finora?
«Un voto sufficiente. Anche se sono consapevole che posso crescere e c’è ancora molto lavoro da fare».
Un tuo pregio e un tuo limite come portiere?
«Penso di essere abbastanza reattivo tra i pali. Per quanto riguarda il limite… sono tanti e lavorerò per risolverli».
Qual è stata la tua parata più bella finora?
«Forse quella col Trento (su Ianesi, ndr): ero sotto la curva Te e questo l’ha resa ancor più speciale. Però, come importanza, scelgo quella col Pordenone (su Zammarini, ndr): eravamo nel finale di partita ed ha salvato il risultato».
L’anno scorso giocavi nel Taranto: che differenze hai riscontrato tra il girone C e l’A?
«A livello ambientale c’è un divario abbastanza netto in favore del C, più caldo e con squadre dal passato recente più blasonato. Però nel girone A c’è sicuramente più qualità».
Veniamo alla squadra: che giudizio dai finora al campionato del Mantova?
«Il Mantova veniva da un anno particolare e cominciare male questa stagione, con tre sconfitte nelle prime tre gare, non ci ha aiutato. Però, proprio dopo quelle tre gare, è iniziato un percorso di crescita. Certo, qualche battuta d’arresto continuiamo ad accusarla, e non siamo ancora riusciti ad uscire dalla zona play out. Ma faremo di tutto per tirarci fuori entro Natale».
Cosa vi ha dato la vittoria col Renate?
«Autostima. Il Renate è una delle squadre più forti del campionato e, battendola, abbiamo dimostrato che possiamo dire la nostra. Con le big ci siamo tolti più di una soddisfazione».
Solo con le big, però. È un limite?
«Lo sarebbe se con le cosiddette “piccole” giocassimo male. Ma non è così: quando abbiamo perso con squadre di bassa classifica, è accaduto per episodi sfortunati. Certo dobbiamo migliorare, però il nostro rendimento con le big dimostra un dato incontrovertibile: il Mantova ha un potenziale importante».
Domenica arriva la Pro Vercelli…
«È una squadra con individualità forti e giovani in gamba. Non sarà una partita facile… ma del resto quali sono le partite facili in questo campionato?».
Per concludere: cosa rappresenta per te il Mantova?
«Una tappa di passaggio per arrivare in categorie superiori. Magari proprio con la maglia biancorossa».