Alla ricerca dell’autenticità. E della felicità. Possibilmente

MANTOVA Altro tutto esaurito per la stagione di prosa promossa da Fondazione Artioli e Comune di Mantova. In scena, mercoledì sera, “Mine vaganti”,  spettacolo di Ferzan Ozpetek, ispirato al film che tanto successo ottenne qualche anno fa.
Due fratelli e una famiglia impegnativa. Le famiglie lo sono sempre. In un modo o nell’altro. In questa ci sono il padre, interpretato da Francesco Pannofino e la mamma, Loredana Cannata. Poi la mina vagante, quella che dice sempre quello che pensa, anziché badare a salvaguardare le apparenze: la nonna (Gianna Coletti). Che con il nonno, ma soprattutto con il fratello del nonno, ha mandato avanti per decenni un pastificio, che è fulcro stesso del paese. Quando il figlio Tommaso, che vive a Roma, torna nel luogo natio per dichiarare finalmente la sua omosessualità, viene battuto sul tempo dal fratello Antonio. Immediatamente bandito dalla casa e dall’azienda. A Tommaso spetta così la sgradita incombenza di assumere la guida dell’impresa. E qui cominciano le difficoltà. Nel continuo tentativo di svelarsi, ma anche nel timore di essere scoperto nella sua autentica identità, arrecando in particolare al padre il colpo di grazia, in quanto a stato di salute. Così tutto diventa forma, che è importante quanto la sostanza, tacendo il possibile alla comunità. Anche se, naturalmente, chiunque è già al corrente di qualsiasi fatto. Come accade ad ogni latitudine del pianeta. La situazione diventa più estrema e complicata quando da Roma giungono il fidanzato di Tommaso e altri due amici, occupati in uno spettacolo di drag queen. E allora ecco la svolta. Che però non posso raccontare.
Tra un motivo latineggiante e qualche perla di saggezza, la commedia si dipana in modo piacevole. La leggerezza del finale è quella con cui si dovrebbe prendere la vita. Anche se raramente accade. Poi ci sono tutti i rimandi a temi e vicende cari alla letteratura e al teatro di ogni tempo: il contrasto tra pubblico e privato, il mantenimento di una serena esteriorità, celando tra le mura domestiche ciò che si ritenga sconveniente. Compito già assai difficile in una realtà vasta, figurarsi in un paese. Come potrebbe essere, per esempio, ma volendo fare una citazione surreale, Mantova. Dove proprio non ce la si può fare ad essere l’amante di qualcuno che non sia già stato l’amante di una (seppur lontana) conoscente. Troppa condivisione di eventi.
Acclamatissimi tutti gli interpreti, con saluti e ringraziamenti di Pannofino, il quale ha lodato il Massimo cittadino e pure la cucina locale.
I prossimi appuntamenti con la stagione di prosa: il 30 gennaio  “Salveremo il mondo prima dell’alba” di e con Carrozzeria Orfeo. Poi il 13 febbraio “I ragazzi irresistibili” commedia di Neil Simon con Franco Branciaroli  e Umberto Orsini. A chiudere il cartellone  “Così è (se vi pare)”, capolavoro pirandelliano per la regia di Geppy Gleijeses,  con  Milena Vukotic.
Biglietti disponibili su Ticketone.it e presso la biglietteria del teatro Sociale di Mantova (orari: martedì e sabato 10-13, giovedì 16-19). Tutte le informazioni su www.mantovateatro.it.
Ilaria Perfetti