“A Porto serve un piano di aiuti per attività commerciali e imprese”

Porto Mantovano

PORTO MANTOVANO – «Anziché spendere soldi in progetti faraonici come l’arcinota sala polivalente (opera che a distanza di un anno e mezzo, nonostante i ripetuti annunci, deve ancora essere inaugurata, ndro l’ampliamento della vecchia sede di Porto Emergenza, l’amministrazione Salvarani avrebbe potuto varare un piano per aiutare imprese, attività commerciali e famiglie in sofferenza». A dirlo è l’avvocato Salvatore Scalia, portavoce del circolo di Fratelli d’Italia “Paolo Borsellino” di Porto Mantovano, secondo il quale in una società liberale anche il ruolo del Comune ha il compito di garantire servizi e aiuti capaci di far esprimere il valore e le potenzialità di una comunità, creando assetti istituzionali coerenti con il tessuto economico locale.
«Quello che purtroppo manca qui a Porto Mantovano – osserva Scalia – dove abbiamo un’amministrazione ingessata che al massimo si limita a concedere qualche patrocinio (vedi il caso della recente Notte Bianca organizzata con esemplare impegno dai commercianti che in autonomia cercano di rianimare l’economia portuense ndr), quando invece avrebbe dovuto prevedere un supporto economico per i commercianti stessi, ma anche per artigiani e imprenditori territoriali, oltreché deliberare l’erogazione di contributi una tantum a fondo perduto e defiscalizzazioni per le imprese e i lavoratori autonomi che investono in sicurezza, innovazione e personale. All’opposto – segnala l’esponente della destra – lo scorso anno i nostri amministratori hanno addirittura peggiorato la situazione di difficoltà generale a seguito dell’incremento delle tariffe Tari e, in particolare, l’approvazione del Piano economico finanziario del servizio integrato rifiuti urbani, cosa peraltro da noi denunciata in tempi non sospetti. Difatti – prosegue Scalia -, con le richieste di aumento provenienti da Mantova Ambiente, i cittadini si sono visti “appesantite” le rispettive fatture del 18,1% rispetto all’anno precedente». In merito ai disservizi, Scalia è tornato a puntare il dito anche sulla gestione della piscina comunale: «Problematica figlia dell’assenza di programmazione che ha scatenato le lecite proteste dell’utenza, dalla quale si evince che non vi è stato alcun monitoraggio da parte degli amministratori su Asep, società in house controllata per il 97,81% dal Comune di Porto Mantovano e che, oltretutto, vede il sindaco Salvarani e l’assessore Massara all’interno del coordinamento dei soci».