BAGNOLO Quella che doveva essere una festa lo è stata a tutti gli effetti. Ma, attenzione, non è stata una festa all’insegna delle danze, del buon vino, dello shopping delle ore piccole, del divertimento; o meglio, è stata anche questo, corollario ideale per un’altra festa, più importante. Una festa dell’ascolto. Perché un concerto come quello proposto ieri sera da Roberto Vecchioni non è stato un concerto da sentire e basta, bensì un concerto da ascoltare: leggere tra le righe delle canzoni, tra le sfumature dei suoni farsi rapire dagli accenni e dai riferimenti, riflettere, ritrovarsi. Un po’ lezione di filosofia un po’ Woodstock padana, la Village Night ha restituito con lo show del prof Vecchioni quella piacevole sensazione di scoperta, quel desiderio di conoscenza che sibila tra le canzoni dell’artista, che siano quelle dell’ultimo album “L’Infinito” o quelle che riportano agli albori. Non sono state di certo le gocce di pioggia di un settembre pronto a fare capolino a rovinare lo spettacolo; ombrelli aperti e la musica ad allontanare anche solo per un po’ la pioggia. Vecchioni, tanto coi brani più recenti che con quelli più attempati e intramontabili, organizza un carosello di riflessioni in ognuno dei tanti presenti, aprendo in un modo o nell’altro il cassetto dei ricordi nel quale lo stesso artista ha accompagnato ognuno prendendolo per mano. E, canzone dopo canzone, la festa dell’ascolto si è animata sempre di più, cullata dalle parole, parlate o cantate, di Vecchioni. Con un calice di vino o stringendo una borsa contenente l’ultimo acquisto dei capi in saldo, anche chi non era venuto per il concerto non ha potuto fare a meno di fermarsi sotto i portici del Mantova Outlet Village ad ascoltare questo energico settantaseienne impegnato nel suo sport preferito: raccontare storie, maledette o sacre che siano, comunque uniche. E farlo attraverso l’amica fedele di una vita, la musica. Federico Bonati