Mantova Il teatro come luogo di socializzazione. Non è una novità. Il nome stesso del Massimo cittadino lo suggerisce. Ma è solo da qualche anno, da un paio in particolare, che a Mantova sta tornando a prevalere questa valenza. Accompagnata, di conseguenza, da vasti gradimento e partecipazione del pubblico agli incontri proposti. Vale per il Sociale, appunto, come per Spazio Studio Sant’Orsola e gli appuntamenti di AltroTeatro, come racconta il direttore artistico di Ars (con Federica Restani) Raffaele Latagliata. Che si occupa anche della direzione artistica della stagione di prosa di Fondazione Umberto Artioli.
La prossima performance nel cartellone di AltroTeatro, domenica alle 17, è “Édith Piaf – l’usignolo non canta più” scritto e interpretato da Melania Giglio, nome di ampia rilevanza nel panorama nazionale.
“Abbiamo scelto – commenta Latagliata – di puntare su interpreti di richiamo o su figure universalmente riconosciute. Lo abbiamo fatto con i classici rielaborati in modo contemporaneo, toccando temi di attualità che riteniamo siano sempre meritevoli di attenzione, passando anche per cenni musicali, come nel caso della prossima rappresentazione”
Quindi parte degli ottimi risultati ottenuti dalla rassegna nel 2024 si ascrivono alla qualità e varietà delle proposte. Ma c’è dell’altro, che riguarda il lavoro svolto fino ad ora. E poi il fattore umano. Che, ancora, a volte funziona:
“Si è andata costruendo una fidelizzazione del pubblico. E direi anche una certa fiducia. Che porta gli spettatori a prendere parte agli appuntamenti in programma. Portandoci così a osare un poco di più e sperimentare nuove formule”.
Poi c’è la componente giovane, molto forte pure in funzione della partecipazione ai corsi di recitazione. E si torna al fattore conviviale e comunitario. Che diventa, sostanzialmente, occasione per trascorrere tempo (buono) insieme.
Lo spettacolo di domenica è inserito all’interno del Progetto Agorà sostenuto da Fondazione Comunità Mantovana e si incammina sulla via del sold out. Restano solo alcuni posti disponibili.
Siamo nel 1960, nell’appartamento di Édith. L’usignolo non canta più. L’artrite l’ha resa gobba, l’alcol e i medicinali l’hanno resa gonfia e senza capelli, i lutti hanno ferito la sua voglia di vivere. Ma improvvisamente qualcuno bussa alla sua porta e arriva a profanare questo “buio”. È Bruno Coquatrix, l’impresario dell’Olympia.
Lo spettacolo ripercorre attraverso un testo inedito e mai rappresentato i giorni che precedettero la storica esibizione di Édith Piaf sul palco dell’Olympia, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961. Questo racconto, arricchito da canzoni eseguite rigorosamente dal vivo vuole essere un omaggio a una delle voci più belle e strazianti della canzone moderna.
Per informazioni mail: arscreazione@gmail.com; numero segreteria 340 3440881 (anche whatsapp); sito arscreazione.it.