MANTOVA – Prenderà il via domenica alle 14.15 su Rete4 “Low Tour Padano”, il nuovo programma dell’istrionico e sempre simpatico Patrizio Roversi. Con la sua inconfondibile chioma bianca racchiusa da un casco, a bordo di una moto d’epoca, quasi facendo il verso ad Antonio Ligabue quando girava per le strade di Gualtieri, Roversi ha compiuto un viaggio a puntate tra Lombardia, Veneto ed Emilia, nei luoghi del Po pronto per essere trasmesso sul piccolo schermo nella domenica di Mediaset. Ovviamente, Mantova, il Mantovano, le specialità (e le golosità) di questo territorio, saranno al centro di questo viaggio sulle due ruote che il conduttore, un argonauta del gusto, ha raccontato alla Voce.
Patrizio, che cosa ci dobbiamo aspettare da questo nuovo programma?
«Una scoperta del territorio, dei prodotti, della storia, della gastronomia della Pianura Padana, tutte legate direttamente all’agricoltura. Sei puntate per scoprire come sono fatti i prodotti che mangiamo, ma saranno sei puntate per comprendere a pieno quanto impatto abbia questo territorio sulla produzione».
Mezzo di trasporto usato?
«Ho scelto il veicolo preferito del mio papà, una Moto Guzzi Astore 500 del 1949, a metà tra un trattore e una moto. Viaggio decisamente slow, perché faccio i 60 all’ora (ride, ndr ). Partiamo da Milano, una metropoli molto legata all’agricoltura, dove i soldi che vengono dal latte sono poi reinvestiti nell’industria. Poi arriveremo a Chiaravalle dove è stato inventato il Grana Padano, passando dalla valle del Ticino quindi arrivando al Po, toccando le province di Modena, Reggio, Parma e ovviamente Mantova».
Appunto, c’è molta Mantova in questo programma, vero?
«Intanto ci siamo io e i regista, Giuseppe Ghinami, di Pegognaga. Insomma, è casa nostra, poi Mantova è capitale dell’agricoltura padana. Grazie alle dritte di un amico, Paolo Lavagnini, abbiamo scoperto aziende, persone straordinarie e personaggi, come l’ottimo Cesare Panini. Ci siamo divertiti e abbiamo mangiato tanto».
Buongustai! Torniamo seri: lockdown e colorazione delle regioni: come è andata nel vostro viaggio?
«Ci sono tante difficoltà, non è un bel momento. Tutto superato grazie alla simpatia delle persone. Abbiamo visto in prima persona come i comparti agricoli abbiano dovuto affrontare la pandemia: ad esempio il Grana ha tenuto botta, i vini stanno malissimo. Credo comunque che la ripartenza sarà grazie all’agricoltura, dove l’occupazione ha retto e i consumi non sono calati troppo».
Un incentivo anche per il turismo a chilometro zero?
«Il turismo può e deve ripartire dall’agricoltura, tra campagne, colline e città d’arte nei dintorni. In formato slow, si intende, per godersela come si deve».