Riforma sanitaria, bocciato emendamento Pd per togliere ticket sui farmaci. Forattini: “Lo paghiamo solo in Lombardia”

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MaNTOVA Duecentocinquantacinque milioni di euro è quanto la Regione Lombardia incassa ogni anno dai cittadini attraverso il ticket sui farmaci. Si tratta di un elemento di compartecipazione alla spesa sanitaria che viene applicato solo in alcune delle Regioni con il bilancio sanitario non in regola e sottoposte dal Governo a piani di rientro o, in Emilia Romagna e Umbria, con bilanci in pareggio come la Lombardia, solo per i cittadini con redditi superiori ai 100mila euro. Il ticket sui farmaci è una decisione unicamente regionale e fu introdotto da Formigoni nel 2002. Ad oggi, in Lombardia, sono esentati per reddito unicamente i pensionati al minimo e i disoccupati.
Il gruppo regionale del Pd, con un emendamento alla riforma sanitaria in discussione in questi giorni in Consiglio regionale, chiedeva di esentare dal ticket sui farmaci tutti i cittadini con redditi inferiori a 70mila euro, ma la maggioranza di centrodestra, su indicazione della giunta, rappresentata in Aula dalla vicepresidente Moratti, e del relatore Emanuele Monti, della Lega, ha votato contro, determinando il mantenimento del ticket così com’è.

“Il ticket sui farmaci è rimasto un balzello che si paga solo qui in Lombardia, almeno in questa dimensione e senza che ce ne sia alcuna ragione – spiega la consigliera regionale mantovana del PD Antonella Forattini – Ciò detto, Fontana e Moratti si ostinano a mantenerlo, nonostante sulla sanità lombarda stiano per piovere 1,2 miliardi del PNRR. Non basta vessare i cittadini obbligandoli a fare visite ed esami a pagamento per evitare attese di mesi, Fontana e Moratti mantengono anche la tassa sui farmaci, che ormai i lombardi pagano senza più nemmeno farci caso, abituati a una Regione che sui ticket ha sempre avuto la mano pesante. 255 milioni di euro non sono noccioline.”