GONZAGA La cimice asiatica rappresenta ormai un’emergenza per il territorio ma occorre mettere in campo tutte le forze necessarie affinchè possa essere contenuta nel rispetto dell’ambiente. Una soluzione “bio” è dunque possibile (e praticabile) guardando con attenzione alle ricadute legate all’utilizzo di insetti antagonisti non presenti in natura nel nostro paese come l’ormai famosa vespa samurai, diventata per molti unica soluzione del problema.
Questo il tema trattato ieri sera nel corso del convegno organizzato dal Consorzio Agrituristico Mantovano che ha visto gli interventi, oltre che del direttore del Consorzio Marco Boschetti , del funzionario del servizio fitosanitario di Ersaf Paolo Culatti , di Stefano Caruso del Consorzio Fitosanitario della Provincia di Modena e di Pio Federico Roversi , di Crea (centro di ricerca, difesa e certificazione): quest’ultimo ha posto l’attenzione in particolare sulle prospettive di lotta biologica classica per il controllo della cimice asiatica spiegando che «la sperimentazione è a un buon punto, si tratta di ricostruire un equilibrio per cui una specie alloctona, che si è diffusa in un territorio perchè non ha nemici naturali, possa essere contenuta al disotto di una soglia che non crea danno. Perchè, sia chiaro, un’eradicazione totale di una specie è impossibile ma si può portare la diffusione della stessa al disotto di quella soglia definita “di sostenibilità”. Utilizzando la vespa samurai? Anche, ma stando attenti alle possibili conseguenze».
Nicola Antonietti