MEDOLE Ucciso dopo cinque giorni di ospedale dai fumi tossici che aveva inalato nel corso di un drammatico infortunio sul lavoro. È morto così nella giornata di ieri il 44enne Gianfranco Corso, operaio originario di Medole che dal 2007 abitava nella vicina cittadina di Carpenedolo. L’incidente si era verificato nella giornata di mercoledì scorso, mentre Corso con un collega stava lavorando allo spurgo di un pozzo nei pressi del santuario della Madonna di San Polo a Lonato. Nell’occasione il collega, che era sceso a nove metri di profondità, era rimasto intossicato dalle esalazioni. A quel punto il 44enne medolese stesso era sceso nel pozzo per prestare aiuto, ma a sua volta era rimasto intossicato. A quel punto erano scattati i soccorsi e l’operaio medolese era stato portato d’urgenza, in condizioni molto gravi, agli Spedali Civili di Brescia. Qui i medici se ne sono presi cura per cinque giorni: le condizioni di Corso però alla fine si sono rivelate troppo gravi, fino al decesso sopraggiunto ieri.
«Era un ragazzo molto buono e solare, sempre disponibile e amico di tutti», lo ricorda una conoscente. Corso, nato il 24 febbraio 1979, era cresciuto a Medole e aveva vissuto con la famiglia in località Colla, giusto a poca distanza da Carpenedolo, fino al 2007. Da quel momento si era spostato nella vicina cittadina bresciana, dove viveva con la compagna e i due figli. A Medole abitano ancora i genitori. Lavorava per il Gruppo Nodari, sempre di Carpenedolo. La salma è a disposizione della magistratura bresciana e la data dei funerali non è ancora stata fissata.