Castellucchio «Un clima che non mi consente di amministrare con serenità d’animo» e «una situazione che non posso accettare». Sono le parole pronunciate dal sindaco Romano Monicelli durante il consiglio di martedì sera, quando ha ripercorso la vicenda che lo ha visto convocato in Prefettura, all’inizio di giugno, nel momento in cui erano sorti dubbi sulla potabilità dell’acqua delle scuole.
All’epoca infatti, quando mancavano pochi giorni alla fine dell’anno scolastico, la dirigente scolastica Olimpia Palo aveva inviato alle famiglie una comunicazione con la quale chiedeva di fornire agli alunni bottigliette d’acqua sostenendo che l’acqua scuole non fosse potabile. A quel punto erano scattati un’interlocuzione col Comune, i controlli, che avevano poi evidenziato la potabilità, e poi la convocazione del sindaco in Prefettura.
Sul tema dell’acqua nelle scuole alcuni giorni fa il capogruppo di minoranza Giovanni Bevilacqua aveva presentato un’interpellanza cui martedì sera Monicelli ha riposto. Dal canto suo Bevilacqua si è ritenuto soddisfatto. E, in tale contesto, il sindaco ha voluto dire la propria.
«Visto il bagaglio d’esperienza maturata in quasi mezzo secolo di vita nelle istituzioni – sono state le parole del sindaco – posso ritenermi a tutti gli effetti e a buon diritto “uomo delle istituzioni”. Una prerogativa costruita giorno dopo giorno con un agire dignitoso ed onesto in ambito politico-sociale, rivolto alla comunità castellucchiese. In questo contesto mi risulta difficile comprendere cosa stia succedendo, ed accettarlo serenamente. Modi d’interagire e di porsi, che si sono succeduti, mi sono parsi largamente fuori luogo”.
Nel corso della propria disamina il sindaco ha ricordato alcuni passaggi dei quali è stato protagonista a partire dalla convocazione in Prefettura dello scorso 4 giugno: «Sono stato convocato con una modalità che mi è parsa applicabile a casa di acclarato indagato per gravi ipotesi di reato, situazione che non penso fosse applicabile al sottoscritto: preavviso perentorio di un paio d’ore per essere poi ricevuto da prefetto, capo di gabinetto, comandante della Compagnia carabinieri di Viadana, due funzionari-dirigenti di Ats, dirigente scolastica Dsga del comprensivo. Con me è venuta la dirigente del settore tecnico, per evitarmi di essere solo di fronte a ben sette interlocutori». Durante l’incontro, ha speigato Monnicelli, è emerso anche come i tecnici di Ats fossero in possesso sin dal mattino del giorno stesso dei risultati delle analisi sui campioni dell’acqua prelevata nelle scuole.
«Visto che in quel contesto – sono state le parole di Monicelli – si era messo in dubbio la buona fede dell’operato del Comune e che i contenuti della riunione sono stati, poi, ripresi negli interrogatori dei giorni successivi, mi è parso doveroso richiedere copia dei verbali sia per la trasparenza che ogni pubblica amministrazione deve garantire si a tutela di chi è stato chiamato a dare contro del proprio operato. Ad oggi non è pervenuto alcun riscontro. Concludo sottolineando che il clima creatosi non mi consente di amministrare il Comune con serenità d’animo ed è una situazione che non posso accettare. Perché sono un sindaco, perché sono un cittadino italiano, perché lo devo ai cittadini elettori e soprattutto ai miei genitori che mi hanno cresciuto nel rispetto delle regole e dei valori che esse rappresentano». Al termine dell’intervento il consiglio comunale all’unanimità ha espresso piena solidarietà al sindaco.
Paolo Biondo