SUZZARA – I Carabinieri della Stazione di Suzzara nella mattinata del 28 aprile hanno tratto in arresto B.R.L. cittadino rumeno di 25 anni, già tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Mantova il 7 aprile scorso per aver posto in essere atti estorsivi e di richiesta continue di somme di denaro in danno di un disabile mantovano. La vicenda aveva suscitato molto clamore e sdegno nell’opinione pubblica, sia per le condizioni fisiche delle vittima che per i modi in cui il rumeno l’ aveva sottomesso psicologicamente, costringendolo a consegnargli continuamente denaro per cifre oscillanti tra i 50 ed i 500 euro. Dopo la convalida dell’arresto al rumeno gli era stata notificata l’ordinanza della misura di cautelare del divieto di dimorare nella provincia di Mantova emessa dal GIP ed un divieto di ritorno nel comune di Mantova emesso dall’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza per un periodo di anni 3, misure alle quali lo stesso aveva sempre contravvenuto e si era sottratto, diventando pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica, tanto da costringere il personale dell’Arma a richiedere nei suoi riguardi una misura afflittiva ancora più stringente. Per tale motivo il GIP emetteva una nuova misura cautelare alla quale lo stesso abilmente si è sottratto nel tempo tanto che la medesima Autorità Giudiziaria in data 21 aprile 2020 ne dichiarava lo stato di latitanza. Nei circa 15 giorni di latitanza il rumeno deve aver furtivamente e clandestinamente girovagato per il territorio fino a giungere nel comune di Suzzara dove nella nottata tra il 27 ed il 28, verosimilmente grazie anche ad una porta lasciata aperta, si era nascosto in un sottotetto di un condominio, preparandosi un giaciglio per trascorrervi la notte. Nella mattinata del 28, un condomino, sentendo dei rumori provenire dalla soffitta, ha immediatamente allertato i Carabinieri della Stazione di Suzzara i quali, con tutte le accortezze del caso generate anche dall’attuale situazione emergenziale dovuta al COVID-19, sono saliti in soffitta scovandovi il latitante che non ha potuto fare altro che arrendersi non potendo tentare alcuna fuga (come pare in passato avesse già fatto per sottrarsi all’arresto) ed essere cosi identificato tramite riscontro delle impronte digitali, a seguito del quale appunto i militari operanti hanno potuto accertare le generalità dell’arrestato e la sua qualità di latitante. Dopo le incombenze di rito lo stesso è stato associato al carcere di Manto