MANTOVA – Giugno sarebbe il “Mese del Latte”, celebrazione per promuoverne il consumo e il ruolo insostituibile in una dieta sana ed equilibrata, ma rischia di essere un festeggiamento triste nelle stalle, dove – stima Coldiretti – quasi un allevamento su dieci (8%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, anche per effetto dell’aumento medio del 56% dei costi correnti di produzione che non vengono coperti dai ricavi.
L’accoppiata derivata dall’aumento dei costi energetici e dei mangimi sta mettendo sotto pressione il settore dei bovini da latte, in sofferenza nonostante l’aumento dei prezzi della materia prima alla stalla e con il latte spot (in cisterna, con contratti di conferimento non superiori a tre mesi, ricorda Coldiretti Mantova) che ha raggiunto la cifra record di 58,50 €/100 kg in Borsa merci a Verona, piazza di riferimento a livello nazionale per il latte alimentare.
Sulla bilancia pesano anche le questioni ambientali, che vedono sempre più in stato d’accusa – molto spesso ingiustamente – la zootecnia, che negli anni ha invece saputo invertire la rotta e ridurre le emissioni in atmosfera, impattando oggettivamente meno rispetto ad altri settori, dalla produzione industriale ai trasporti.
Le difficoltà per il settore – sottolinea Coldiretti Mantova – sono legate anche alla diminuzione dei consumi. Nel periodo compreso fra maggio 2021 e aprile 2022, infatti, i consumi di latte fresco in Italia sarebbero diminuiti, secondo le stime della Federazione provinciale di Coldiretti, di oltre 2 punti percentuali, con il latte Uht in diminuzione di quasi il 3,5 per cento.
A livello di Unione europea, invece, i consumi di latte nel 2021 sono stati sostanzialmente stabili (-0,03% sul 2020), intorno ai 53,44 kg pro-capite, secondo quanto riporta il sito Clal.it. in crescita, invece, i consumi di burro (+2,67% a quota 4,34 kg pro-capite) e di formaggi, dove l’Ue-27 guida la classifica mondiale dei consumi con 20,43 kg a testa (+0,94% rispetto al 2020).