MANTOVA – Preoccupati, certamente. Ma compatti e battaglieri come non mai. Enti locali e cittadini da settimane ormai condividono l’essenziale principio che il contributo di tutti è importante per preparare e presentare una relazione tecnica dettagliata, credibile e strutturata nel miglior modo possibile affinchè sia realmente utile ad allontanare lo spettro della mega discarica di “car fluff” che l’azienda RMI (Rottami Metallici Italia) intende realizzare nel territorio veneto di Sorgà, a meno di 200 metri dal confine con il Mantovano. Non un insediamento qualsiasi, ma quello che diventerebbe il più grande dell’Italia settentrionale per le operazioni di frantumazione e selezione dei rottami metallici costituiti principalmente da veicoli a fine vita provenienti dagli impianti di autodemolizione. «Oggi (ieri per chi legge, ndr ) abbiano inoltrato le nostre osservazioni in Regione Veneto, che si sommano a quelle precedentemente condivise insieme alla Provincia di Mantova – spiega il sindaco di Castelbelforte Massimiliano Gazzani -. Appellandoci alla delibera della Giunta regionale in materia di “tecniche e sussidi operativi inerenti all’elaborazione degli studi di impatto ambientale per gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti (nel caso di progetti di discarica prevede di individuare e verificare l’esposizione di punti di prelievo di acqua potabile entro un raggio compreso tra i 2 e i 5 km a valle idraulica della discarica stessa)” abbiamo fatto notare che Castelbelforte, che si trova a meno di 1 km dal sito, non è stato incluso tra i “Comuni potenzialmente interessati” dalla Via. Ho visto il progetto ed è qualcosa di impressionante: un “panettone” di rifiuti coperto da una montagna di terra, che nulla c’azzecca con un territorio a vocazione agricola come il nostro». La prima cittadina di Castel d’Ario Daniela Castro aveva anticipato le proprie obiezioni attraverso un video, in cui sottolineava che «si sta facendo il possibile affinchè la discarica non venga realizzata». «Abbiamo sottoscritto il documento redatto dalla Provincia di Mantova allegando le nostre criticità rispetto all’istanza presentata da RMI in Regione Veneto. Ovviamente chiediamo l’archiviazione di questo progetto». Sul fronte veronese il Comune di Erbè ha affidato una consulenza esterna. «Abbiamo incaricato degli esperti per fare luce sulle possibili criticità – ha spiegato il sindaco Nicola Martini -. Lo studio prevede analisi morfologiche del terreno per verificare la profondità delle falde acquifere, la rivelazione di ogni tipo di fragilità idrogeologica, vincoli paesaggistici e l’impatto a livello viabilistico».
Matteo Vincenzi