SUZZARA L’omicidio di ieri mattina a Suzzara ha risvegliato, nella memoria di tanti cittadini, un altro delitto efferato commesso ventisei annni fa nel medesimo condominio Campo Verde Uno di via Biolcheria e, tra l’altro nello stesso garage.
Era il 25 marzo del 1998 quando il rappresentante Dario Brioni, 41 anni, scese nella rimessa dicendo alla moglie di volere spostare la propria auto in garage.
Poco dopo, non vendendolo tornare, la donna era scesa nell’ammezzato trovando il marito agonizzante e in una pozza di sangue. Ben otto furono le coltellate che raggiunsero il povero Dario Brioni, in un delitto che è rimasto – purtroppo – senza un colpevole.
Sulle prime si era pensato al tentativo di rapina da parte di un tossicodipendente, che infatti fu individuato e indagato, ma poi scagionato per mancanza di prove.
Non fu mai chiarito se Brioni avesse fatto in tempo a mormorare “volevano rapinarmi”, frase che indicherebbe come l’aggressione sia da imputare ad almeno due soggetti e non a una sola persona.
Le analogie con l’omicidio di Francesco Capuano finiscono qui, e l’unica altra circostanza che li accomuna è quella di una vita senza ombre, interrottasi tragicamente in un garage sotterraneo: per il resto, però, gli inquirenti non ebbero mai dubbi che lo sfortunato rappresentante fosse rimasto vittima, in modo peraltro davvero cruento, di una rapina finita male.
Invece, quello che inquieta dell’omicidio di ieri di Francesco Capuano sono proprio le modalità simili a una vera e propria esecuzione.
Chi ha colpito lo ha fatto con lucidità e freddezza, attendendo quasi il momento giusto per colpire.
Dai pochissimi elementi in possesso per ora agli inquirenti, appare chiara la volontà dell’assassino di uccidere il Capuano, dato che – a quanto sembra almeno per ora – nessun effetto personale che egli aveva con sé sarebbe stato sottratto. (nico)