HINTERLAND – Sale la preoccupazione per il mega deposito di lavorazione di “car fluff” (materiale derivante da scarti plastici e chimici che risultano dallo smontaggio delle auto rottamate) che potrebbe sorgere in località De Morta a Pontepossero di Sorgà (Vr), praticamente a due passi dal Mantovano. Nonostante la contrarietà del Consiglio comunale di Sorgà, che nello scorso mese di ottobre aveva votato all’unanimità un atto ufficiale in opposizione all’insediamento, la ditta di Castelnuovo del Garda impegnata in questo tipo di attività, forte dell’accordo con il proprietario dei terreni (persona nemmeno residente in paese, ndr), ha già fatto sapere che andrà avanti per la propria strada, tanto da aver già inoltrato agli uffici competenti della Regione Veneto la richiesta per stanziarsi a ridosso del confine regionale. «Ci siamo subito mossi per cercare di porre aree protette e distanze alle quali attenersi per salvaguardare pozzi, corsi idrici e fauna locale creando argini di sicurezza per ridurre il più possibile l’estensione di questi insediamenti anche evidenziando i problemi di viabilità – dice l’assessore all’Ambiente e all’Ecologia del Comune di Sorgà Greta Rasoli -. Oltre alle ricadute in termini ambientali, preoccupa anche l’impatto sulla viabilità che l’opera porterebbe. Il via vai di tir che ogni giorno si troverebbero a percorrere le nostre strade, assolutamente inadeguate a supportare una tale mole di traffico, sarebbe deleterio». Ieri, intanto, si è svolta la videoconferenza allargata ai sindaci dei Comuni veronesi e mantovani del circondario (Erbè, Isola della Scala, Gazzo Veronese, Nogarole Rocca, Trevenzuolo, Castel d’Ario, Castelbelforte, Villimpenta e San Giorgio Bigarello) per discutere sui danni che la discarica, estesa su una superficie di oltre 17 ettari in un’area a forte vocazione agricola attraversata da numerosi canali e corsi d’acqua (in particolare Canale Acque Alte Mantovane e Tione), arrecherebbe a tutto il territorio e per fare il punto sulle osservazioni da presentare in Regione. «Devo dire che la collaborazione tra gli enti è totale e questo ci conforta – continua l’assessore Rasoli -. Non va dimenticato che il sito di stoccaggio porterebbe con sé una forte produzione di gas, fanghi e altri inquinanti, con il rischio che tutto ciò possa rappresentare la premessa per un futuro inceneritore. Ma c’è un altro aspetto allarmante: una volta che il sito si esaurirà, le tonnellate di rifiuti resteranno lì. Un’ipotesi che dobbiamo scongiurare, perché ne va del futuro dei nostri figli». La “battaglia” si annuncia quindi solo all’inizio.
Matteo Vincezi