MANTOVA –
Abbiamo colto l’occasione dell’estate per fare qualche domanda a Elena Costa, presidente dei Giovani Imprenditori di Apindustria Confimi Mantova.
Cosa ne pensa del passaggio generazionale in azienda?
“Per me la definizione giusta è “convivenza generazionale”. La vita media si è allungata, l’età di pensionamento si è innalzata e in questo momento in azienda possiamo avere anche 5 generazioni diverse di imprenditori e lavoratori. Quindi convivenza fotografa meglio la situazione attuale. Tra l’altro di convivenza si deve parlare non solo per gli imprenditori ma anche per i lavoratori. Il “saper fare” è il nostro vero patrimonio e se non si attua un trasferimento del “know how” si rischia di perdere una gran parte del valore dell’azienda”.
I giovani in azienda ci vengono volentieri?
“E’ sempre una questione di cultura. Se le famiglie e la scuola li formano alla passione per il lavoro i giovani cercano l’azienda e trovano nell’impresa l’ambiente ideale per creare, innovare e costruire il futuro. Se invece veniamo visti come un ripiego oppure il posto dove finiscono quelli che non hanno voglia di studiare oppure dove ci si sporca le mani allora i giovani cercheranno altre soluzioni. Io inserirei la materia “lavoro” all’interno dei programmi scolastici perché altrimenti rischiamo di perdere le future generazioni”.
La scuola e le aziende sembrano molto lontane: come si può riavvicinarle?
“Occorre creare le occasioni giuste per sviluppare confronto e conoscenza reciproca. Un’idea potrebbe essere quella di un’alternanza scuola lavoro che coinvolga non solo in ragazzi ma anche i professori e gli imprenditori. Portare gli imprenditori a scuola consente di toccare con mano la realtà scolastica e di condividere la loro esperienza. Far entrare i professori in azienda li fa sperimentare la realtà del lavoro consentendogli di raccontare ai ragazzi la bellezza della vita in azienda. In questo modo scuola e azienda diventerebbero due facce della stessa medaglia”.