ACQUANEGRA – “Data la situazione, non allestire la fiera è stata una buona idea. Una buona idea che però andava gestita diversamente da come ha fatto l’amministrazione comunale”. Questa in sostanza la posizione dei consiglieri Carlo Danieli e Gino Scorza in merito alla vicenda che ha visto, la scorsa settimana, il Comune annulla la fiera quando le giostre erano già state montate.
“Dopo i grandi proclami sui social improvvisamente il tutto è stato ritrattato – dicono Scorza e Danieli -: nessuna riunione con le attività coinvolte negli eventi che magari avrebbero voluto avere informazioni più precise in merito. La nostra amministrazione ci ha abituato ai cambi di rotta che noi crediamo siano dovuti più a incompetenza e pressapochismo che a prese di posizione ragionate. Interveniamo non per sterile polemica, ma perché crediamo che in certe situazioni il pressapochismo produca danni sia alle casse del Comune che agli imprenditori. Si può essere d’accordo o meno – proseguono i consiglieri di minoranza – sulla possibilità di svolgere la sagra e quindi di poter posizionare le giostre, ma una decisione che sia rispettosa di chi sta lavorando, perché lo ripetiamo, i giostrai sono persone che lavorano e che producono lavoro, è indispensabile. Non era necessario aspettare il nuovo dpcm né tantomeno il parere del questore o del pprefetto per assumere una decisione che riteniamo sia di puro buon senso. Nel momento in cui si è voluto confermare, alla richiesta degli operatori fieristici, la volontà di far loro posizionare le loro giostre, ci si è assunti una responsabilità facendo affrontare agli stessi varie spese e facendo affrontare al Comune le spese per la gestione della sicurezza, per la quale sono stati spesi mille e 537 euro. Dal momento che si parla di imprese che vogliono lavorare e dare lavoro nel rispetto delle regole imposte dalle varie amministrazioni pubbliche, crediamo che la decisione di non fare la fiera avrebbe dovuto essere assunta tempo fa: si sarebbe dato tempo agli operatori di fare scelte diverse e l’amministrazione pubblica avrebbe evitato di sperperare denaro”.