La fase meteo parzialmente primaverile degli ultimi giorni non durerà. Un nuovo pacchetto di aria gelida di provenienza continentale sta per giungere sull’Italia dai Balcani. Arriverà domani, sostenuto da un certo rinforzo dei venti di bora responsabili di un calo termico di almeno 4 o 5 gradi nelle giornate di domenica e di lunedì. L’equinozio di primavera cadrà insomma in corrispondenza dell’ennesimo affondo freddo di origine russa.
Se la configurazione meteo delle ultime tre settimane si fosse presentata in pieno gennaio avremmo certamente registrato ondate di gelo di notevole entità. Sotto il profilo termico stiamo in realtà vivendo il mese di marzo fino ad oggi più freddo dal 1971, ovvero con una temperatura media di almeno tre gradi più bassa del normale. L’aria umida meridionale che da giorni crea una coltre di nubi che offusca quasi sempre il sole sta per cedere il passo a correnti di provenienza opposta, molto più secche ma anche più fredde. Dalla serata di oggi, dopo una giornata dal cielo ancora prevalentemente nuvoloso, inizierà a soffiare quindi la bora, responsabile di un primo calo termico. Domani avremo più sole ma almeno due gradi in meno rispetto ad oggi. Pienamente soleggiata ma fredda sarà la giornata di domenica: l’aria continentale avrà il merito di abbassare l’umidità ma farà scendere ulteriormente le temperature con il rischio di gelate nella notte e nella prima mattinata di lunedì.
Per una nuova fase di riscaldamento, stavolta più concreto e durevole, dovremo attendere la giornata di mercoledì. Solo allora l’affermazione dell’alta pressione sul Mediterraneo centrale garantirà un’affermazione piena della primavera con temperature diurne anche superiori ai 18 gradi nei giorni successivi.
Non compaiono infine segnali che facciano intravedere un po’ di pioggia a breve termine. Al punto che l’interno marzo ha buona probabilità di trascorrere senza nemmeno una goccia d’acqua. Giorno dopo giorno aumenta poi il deficit pluviometrico, attualmente attorno al 70% dalla metà dello scorso novembre: da allora sono scesi solo 80 dei 250 millimetri previsti dalla media in questi quattro mesi. Se l’attuale marzo non dovesse vedere alcuna precipitazione entrerebbe nella storia come il più arido dal 1997. Molto aridi erano stati in ogni caso anche il marzo dell’anno scorso, del 2019 e del 2012 con piogge fra 1 e 5 millimetri. La peggiore siccità degli ultimi cinquant’anni risale al 1997: per ben 95 giorni – dal 20 gennaio al 29 di aprile – non cadde sulla provincia una sola goccia di pioggia.