Calcio dilettanti – Saccani: “Servire le società mantovane è stato un onore”

MANTOVA Dopo sette anni in sella, si avvia al termine il mandato di  Giuseppe Saccani come delegato della federazione calcistica nel Mantovano. Saccani, nel 2013, aveva raccolto l’eredità dello scomparso  Alberto Pasolini. Per la successione dell’ex dirigente del Dosolo il nome più accreditato sembra essere quello di  Nicola Sarzi, già nei ranghi federali da qualche anno. Ma ovviamente la nomina spetterà al nuovo presidente del Crl, che verrà proclamato il prossimo 9 gennaio 2021. Dunque tra una settimana esatta sapremo tutto. Da tempo Saccani aveva espresso la volontà di lasciare la guida della Figc mantovana. Ora, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Comitato Regionale Lombardia, traccia un bilancio della sua esperienza. «Credo di aver dato tutto quello che potevo in questo mio incarico – dice Saccani – che volge al termine con la fine dell’anno e che proseguirà soltanto fino alla proclamazione del mio successore da parte del nuovo presidente. Essere al servizio delle società è stato un compito oneroso ma stimolante. Il ricordo più bello? Ne ho avuti diversi, ma più di tutto mi ha riempito di orgoglio ricevere tanti attestati di stima da parte delle associate mantovane. Immagino significhi che il mio lavoro è stato apprezzato: sono le società che devono giudicare ed è giusto così». Ma Saccani non uscirà dal mondo federale: «Impegni personali e famigliari mi inducono a ridurre l’attività ma, se ci sarà modo, vorrei continuare a dare il mio apporto in altra veste. La delegazione di Mantova è sempre stata vicina alle associate, facendosi carico delle problematiche più disparate, dando una mano a tutti nell’ambito delle regole e vorrei mettere ancora a disposizione la mia esperienza».
Una battuta sulle imminenti elezioni regionali: «Non posso ovviamente schierarmi per Tavecchio o Pasquali. Posso dire, però, che mi sembrano due personalità di alto profilo: parola alle urne».
La prima grana da risolvere per il nuovo presidente sarà quella della ripartenza: «Se non si ricomincia a marzo la stagione salta, questo è noto – anticipa Saccani -, un 2020 terribile che ha visto interrompere lo sport che amiamo da questa devastante pandemia. Speriamo che nel 2021 i primi a poter tornare in campo siano i giovani. Loro ne hanno bisogno più degli altri. Ovviamente saranno solo le autorità sanitarie a dare il via libera ad un’eventuale ripresa». «Un campionato a metà – conclude Saccani – a molti non andrebbe giù. E per certi versi li capisco: se i tornei ripartiranno, le domeniche disponibili saranno giocoforza molto poche e sarà obbligatorio definire almeno una promossa e almeno una retrocessa in ogni girone. Giocarsi solo una dozzina di gare scontenterebbe i team in zona calda».