Calcio dilettanti – Tamponatevi e partite: il paradosso dei test a carico dei club

MILANO Siamo ormai alla vigilia della ripresa del campionato di Eccellenza: tre gironi da 11, 33 compagini partecipanti. Protocolli molto severi da rispettare, simili a quelli della Serie D. Ma dei tanto sospirati contributi per i tamponi non c’è traccia. O meglio: arriveranno, prima o poi, e questo è certo. Ma saranno le società a dover anticipare le somme dovute: nei giorni scorsi, alle società che hanno aderito alla convenzione di Federlab, sono state preventivate spese totali per 4.500 euro ciascuno, da dividere in due tranches. Niente di drammatico, per bilanci di società che viaggiano spendendo somme a sei cifre (in euro), e che strappano veri e propri campioni dalle categorie superiori, ma va sottolineato come, assieme a tante altre categorie economiche, anche il calcio dilettantistico sia stato messo prima in condizioni di giocare per poter rinnovare gli organici della Serie D prossima ventura (giustissimo), ma non siano state stanziate nemmeno le somme adatte a non far gravare sui bilanci delle società i costi per test indispensabili per poter scendere in campo. Ritardi che non sono da imputare certo al Crl, che con il presidente Tavecchio si è mosso istantaneamente, appena è balenata l’idea di poter riprendere l’Eccellenza, conoscendo bene i tempi della politica.
«Abbiamo chiesto delle provvidenze a Regione Lombardia – ha detto Tavecchio nella call dedicata alle società -, come fatto anche da altre regioni. Volevano offrirci tamponi non a norma: non era il massimo, visto che si tratta della salute. Ma le provvidenze – ha chiarito – non arriveranno prima della fine del campionato». La politica, insomma, non ci sta facendo un figurone: ci auguriamo almeno un colpo di reni finale, visto che si tratta di cifre poco più che simboliche.